Abraham, il paziente inglese: così è nata l'involuzione che preoccupa i tifosi (e Mourinho)

Perso il posto al Mondiale, durante la sosta deve ritrovare brillantezza

Abraham, il paziente inglese: così è nata l'involuzione che preoccupa i tifosi (e Mourinho)

di Gianluca Lengua

Tammy Abraham è irriconoscibile. O forse è tornato quello che era al suo ultimo anno al Chelsea: un giocatore da relegare in panchina e mettere ai margini della rosa. Ha difficoltà a inquadrare la porta, a prendere la decisione giusta, a controllare il pallone, a giocare di prima e a trascinare i compagni in difficoltà. Sei mesi fa era un leader, adesso è un soldato semplice. Ha chiuso la stagione con 27 reti, adesso è a 4. Un'involuzione evidente a chiunque e che probabilmente Mourinho ha capito prima di tutti. Era il 12 settembre quando José al termine del 2-1 rifilato all'Empoli diceva: «Qualche giocatore si sente un po' giù, invece deve capire che una squadra per migliorare ha bisogno di competitività interna». Il riferimento era Tammy, non tanto per i gol che tardano ad arrivare (lo scorso anno a questo punto della stagione ne aveva segnati 10) quanto per l'atteggiamento in campo che appare insicuro e sfiduciato. Mou ha certificato che non si tratta di una questione atletica. A difesa di Pellegrini, ad esempio, mette sempre in primo piano l'aspetto fisico e non ne discute mai quello mentale. Per Tammy è diverso, gioca male perché è distratto. E chissà se hanno ragione i tabloid inglesi che tirano in ballo la crisi avuta in estate con la sua storica fidanzata Leah. Tutto sarebbe rientrato, ma l'equilibrio è comunque venuto a mancare e potrebbe aver inciso sul suo rendimento.

RE DI ROMA

Oppure, il motivo va ricercato nella rivalità in attacco che è aumentata con l'arrivo di Dybala e Belotti, due giocatori che lo hanno fatto sentire meno importante rispetto allo scorso anno. Eppure, quando in estate gli è stato chiesto se un campione con Paulo gli avrebbe creato problemi, lui ha risposto: «C'è spazio per due re a Roma». Guardando i dati, però, di re a Trigoria ce n'è solo uno. Abraham in porta ci arriva, ha nitide occasioni da gol, ma non le sfrutta. Il dato xG (gol previsti) è pari a 6,3 ed è il più alto della rosa e della Serie A, significa che avrebbe dovuto segnare sei reti in più rispetto alle tre realizzate quest'anno in campionato. Un andamento che a detta del ct Southgate gli ha fatto perdere anche il Mondiale e che rischia di allontanarlo da Roma. Le voci di un suo addio a gennaio cominciano a farsi insistenti, ma da Trigoria assicurano che non si muoverà. Per adesso. Il problema sarà a luglio quando il Chelsea potrà esercitare la clausola di buyback da 80 milioni (se dovesse continuare così ne varrà la metà), o comunque pareggiare un'eventuale offerta di un altro club di Premier.

Futuro lontano a cui Abraham cerca di non pensare, perché la strada più semplice per tornare nel campionato più ambito e ricco d'Europa e fare gol con la Roma. Mourinho si aspetta una reazione decisa dopo le dichiarazioni durissime rilasciate nel post Torino: «È un privilegiato, non gli serve nessun sostegno psicologico. Quando diventi un calciatore professionista, con milioni di bambini che sognano di fare lo stesso, non hai bisogno di una motivazione esterna». Parole che sembrerebbero simili a quelle pronunciate per Karsdorp, ma che hanno un fine opposto: riabilitare un giocatore e non allontanarlo definitivamente.

 

GINI MIGLIORA

on ha di questi problemi Wijnaldum che non ha mai giocato una partita intera con la Roma. La frattura alla tibia destra ad agosto ha rovinato i piani di club e allenatore. Lui ha scelto di non operarsi e adesso è alle prese con il recupero: «Sto vedendo molti progressi, anche se adesso vivo lontano dalla mia famiglia. Torno nei fine settimana, è un sacrificio che devo fare. Vivo come un monaco, ma sto bene», ha spiegato ad Espn.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 18 Novembre 2022, 09:14

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