Marco Columbro: «Dopo il coma in tv sono morto, non mi chiama più nessuno»

Marco Columbro: «Dopo il coma in tv sono morto, non mi chiama più nessuno»

di Simone Pierini
"Ho vinto 13 Telegatti, sono passato da un giorno all'altro dall'essere un emerito sconosciuto ad avere l'ufficio stampa di Canale 5 che mi telefonava che mi diceva 'Hai tre giornalisti che domani vengono a casa tua, poi hai un servizio fotografico da fare". Come un'onda che ti travolge e inizialmente ti monti la testa". Inizia così l'intervista rilasciata da Marco Columbro a Repubblica Tv in cui racconta gli inizi della sua carriera, l'exploit fino al dramma dei giorni in coma e all'essere dimenticato. 

"Ho avuto come maestro Dario Fo, ho lavorato con lui e Franca Rame, ma non ho tradito il teatro perché con quello non vivevo. Lorella Cuccarini? Iniziai una trasmissione con lei, voleva che ballassi ma non ero capace. Disse: 'Non ti preoccupare'. Beh Lorella mi massacrava, otto ore in sala prove. Da lì nacque il nostro sodalizio, ci siamo divertiti molto e Antonio Ricci decise di fare 'Paperissima'". 

Poi il dramma. "Sono stato in coma 25 giorni, ricordo che sono svenuto in albergo - racconta Columbro - mi sono svegliato dopo un mese in sedia a rotelle in un centro di riabilitazione. Uscire dal coma è stata una rinascita, devi riapprendere le cose che sembravano acquisite. Dopo la malattia per la televisione sono morto. Mi sono dedicato al teatro, della mia azienda di biologico e del mio resort in Toscana". 

"La gente ancora mi ferma quando mi incontro e mi dice: 'Signor Columbro come sta? L'ho vista in televisione'. E io rispondo: 'Ma cosa fuma? Sono 15 anni che non vado in tv' - scherza concludendo - questo affetto che il pubblico ancora mi dona è una cosa che da una parte mi stupisce e dall'altro mi fa un gran piacere". 
 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 29 Aprile 2016, 09:22
© RIPRODUZIONE RISERVATA