'Chiedo scusa a Gaber', il tributo dell'amico
Enzo Iacchetti arriva al Teatro Lo Spazio

'Chiedo scusa a Gaber', il tributo dell'amico ​Enzo Iacchetti arriva al Teatro Lo Spazio

di Giancarlo Leone
Enzo Iacchetti, uomo di tiv, va inscena con Chiedo scusa a Gaber, personalissimo omaggio all'amico cantautore.



Come comincia questa avventura?

«Tre anni fa. La famiglia di Giorgio mi aveva chiesto un tributo, ma sul momento non me l'ero sentita. Dopo due anni, con l'aiuto di un maestro del calibro di Marcello Franzoso, ho fatto un disco. La mia paura più grande era il giudizio della famiglia Gaber. Incassato il loro apprezzamento, il disco è stato pubblicato».



Perché chiede scusa al signor Gaber?

«Per aver manipolato i suoi classici più famosi. Credo, però, conoscendolo, che se vedesse questo spettacolo si divertirebbe».



Come si sviluppa lo spettacolo?

«Sono due ore di musica e monologhi, come quel teatro canzone che mi ha fatto diventare fan di Gaber in gioventù. Mi diverto. Canto, ballo e recito con la voglia di far emozionare il pubblico».



Quali canzoni ha scelto?

«Quelle del primo Gaber, quello televisivo, da Barbera e champagne a Torpedo blu, ma riarrangiate con suoni moderni e contaminate. Voglio rappresentare un Gaber gioioso, nato nelle osterie e nei cabaret come i più grandi maestri».



Com'era Gaber nella quotidianità?

«Una persona straordinaria, adorabile, che sentiva chiunque. Ero fiero della sua amicizia e della fiducia che mi dava. Lui ed Enzo Jannacci sono stati i miei professori, mi hanno insegnato il rigore artistico».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 9 Aprile 2014, 09:27
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