Alessandro Preziosi al Quirino dirige
e interpreta il suo Don Giovanni 2.0
di Giancarlo Leone
Alessandro, com'è il suo Don Giovanni?
«Con questo personaggio chiudo una trilogia, iniziata con Amleto, proseguita con Cyrano, su tre incalliti teatranti di sé stessi. E fra i tre, Don Giovanni è quello più avvincente. Come Molière voglio scardinare l'ipocrisia dei sentimenti, maschile e femminile, quella di quando pensiamo in un modo e agiamo in un altro».
La scenografia è molto tecnologica
«Sì, ci sono proiezioni multimediali, geometrie metafisiche, videoclip in stile impressionista. Ho voluto avvicinare i giovani ai classici, ma anche creare un effetto estetizzante, come se Don Giovanni e gli altri personaggi fossero ritagliati da quadri della loro epoca, il Seicento, e diventassero reali, surreali, per lo spettatore».
L'arte della seduzione è ancora valida?
«È passata un po' in secondo piano. Nè l'uomo né la donna sono più quelli di una volta. E il mio Don Giovanni non seduce mai, non conquista mai l'amplesso con la donna».
Don Giovanni oggi avrebbe successo?
«Non credo, la donna è cambiata, è autonoma sia dal punto di vista sessuale che sentimentale. Ha molte alternative, anche se poi sono tutte illusorie».
Si sente seduttore?
«Sono sempre stato sedotto o forse un seduttore incosciente. Non ho tattiche, mi comporto a seconda della persona che ho davanti. Sono un curioso, questo sì, e quindi mi piace scoprire pian piano la donna che amo».
Veniamo ai progetti futuri
«Ho appena finito di girare la serie di produzione italo-americana per Rai Fiction e Lux Vide, I Medici con Dustin Hoffman come protagonista. Io interpreto Filippo Brunelleschi, il grande architetto del Rinascimento. Poi si vedrà, per il momento non ho altri impegni. Dopo Don Giovanni e otto mesi di tournée ho bisogno di riposarmi e stare un po' a casa».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 3 Febbraio 2016, 10:10
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