Gela, ripescati lingotti di 2600 anni fa: sono di oricalco, lo stesso metallo di Atlantide
di Laura Larcan
Un metallo, tra l’altro molto legato al mito e alla storia, visto che secondo Platone «erano di Oricalco il muro dell'acropoli di Atlantide e la colonna nel tempio di Poseidone, sulla quale erano scritte le leggi». Non solo, ma i romani, ai tempi di Augusto, coniarono monete con questo metallo che veniva estratto in Anatolia e chiamato «rame di montagna».
La scoperta ha i suoi protagonisti. I primi ad individuare i reperti sono stati i volontari dell'associazione ambientalista «Mare Nostrum» diretta da Francesco Cassarino. Il recupero è avvenuto con una squadra di sommozzatori della Capitaneria di Porto, della Guardia di finanza e della Soprintendenza del Mare. Il bello è che quando sono stati portati in superficie, luccicavano ancora, e tutti hanno pensato che si trattasse proprio di oggetti d'oro.
Il ritrovamento è stato svelato oggi. Soddisfatto il Soprintendente Sebastiano Tusa che ha seguito tutta l’operazione: «Il rinvenimento di lingotti di oricalco nel mare di Gela apre prospettive di grande rilievo per la ricerca e lo studio delle antiche rotte di approvvigionamento di metalli nell’antichità mediterranea. Finora nulla del genere era stato rinvenuto nè a terra nè a mare. Si conosceva l’oricalco attraverso notizie testuali e pochi oggetti ornamentali. Inoltre si conferma la grande ricchezza e capacità produttiva artigianale della città di Gela in epoca arcaica come area di consumo di oggetti di pregio. L’oricalco era, infatti, per gli antichi un metallo prezioso la cui invenzione produttiva attribuivano a Cadmo».
Secondo il Soprintendente Sebastiano Tusa, i lingotti di Oricalco erano in arrivo a Gela, quando la nave che li trasportava affondò forse per il maltempo. Continua Tusa: «La presenza di oricalco a Gela potrebbe connettersi con l’origine rodia della città. Non è trascurabile il fatto che gli antichi Greci indicavano in Cadmo (figura mitologica greco-fenicia) l’inventore dell’oricalco». I 39 lingotti pregiati sarebbero stati destinato a un artigianato locale di alta qualità, per decorazioni di particolare pregio.
Urgente, ora, lo scavo del relitto cui appartengono i lingotti poiché è certo che si tratta di un carico di grande importanza storico-commerciale per aggiornare la più antica storia economica della Sicilia. Considerando le scarse risorse della Regione Sicilia, però, la Soprintendenza spera di poter accedere ai fondi strutturali, a quelli europei e magari a sponsorizzazioni da parte di privati.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 12 Gennaio 2015, 15:55
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