Jennifer Aniston condanna la cancel culture. «Non esiste più la redenzione?». Poi racconta di Harvey Weinstein nella sua roulotte

L'attrice americana svela il suo punto di vista sulla cancel culture in un'intervista al Wall Street Journal

Jennifer Aniston condanna la cancel culture. «Non esiste più la redenzione?». E racconta di Harvey Weinstein nella sua roulotte

di Paolo Travisi

Una delle attrici più quotate (e pagate) di Hollywood, Jennifer Aniston, si scaglia contro la "cancel culture" e va contro tendenza, senza ipocrisia. L'opportunità per esprimere il suo parere su un tema caldo, specialmente in America, è un'intervista al magazine Wall Street Journal, in cui l'attrice di tante commedie, nonché star di Friends e da ultimo The Morning Show, rifiuta di considerare le persone che commettono errori, allo stesso modo dell'ex produttore e stupratore, Harvey Weinstein. 

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Sarò cancellata?

«Sono così stanca della cancel culture» - che indica una forma di ostracismo, anche con proteste violente, nei confronti di fatti storici o anche solo presunti - «Probabilmente verrò cancellata solo per aver detto questo, ma non capisco che cosa significhi: non c’è possibilità di redenzione? Non lo so, non metto tutti quanti nello stesso cesto con Harvey Weinstein» ammette l'attrice che oggi ha 54 anni ed è sempre sulla cresta dell'onda.

Non si scagliò contro Weinstein

Aniston, pur avendo lavorato con il produttore, non rientra nella lista delle 80 donne dell'industria cinematografica americana, che accusarono Weinstein di abusi sessuali, poi condannato a 39 anni di carcere per stupro e violenza sessuale, anche se nell'intervista ha sottolineato che non desiderava passare del tempo con lui. «Ricordo che in realtà è venuto a trovarmi sul set per propormi un film.

E ricordo consapevolmente di aver voluto una persona nella mia roulotte» ammette Aniston.

La risposta dal carcere

Dopo le parole dell'attrice, è giunto il commento del portavoce di Weinstein: «Ho avuto un eccellente rapporto professionale con Jennifer Aniston durante la realizzazione di Derailed. Se fossi stato inquietante, o se l’avessi messa a disagio, lo avrebbe detto al suo manager, agente o regista che avrebbe gestito una cosa del genere. Non abbiamo mai avuto casi del genere, mai».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 24 Agosto 2023, 15:03
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