Fecondazione in vitro, le tecniche per massimizzare le possibilità di concepire e eterologa in Italia

Fecondazione in vitro, le tecniche per massimizzare le possibilità di concepire e eterologa in Italia
Desiderare un figlio, senza dover temere malattie genetiche e scarse possibilità di riuscita: con la fecondazione in vitro, oggi, è possibile. Anche in Italia. Con le nuove tecniche genetiche, Ngs, che consentono di valutare la qualità dell’embrione e con la possibilità di accedere alla fecondazione eterologa, infatti, aumentano le percentuali di successo e diminuiscono i rischi per la donna. A spiegarne tutti i passaggi è il Prof. Ermanno Greco, andrologo e ginecologo, Direttore scientifico del Centro di Medicina della Riproduzione dell’European Hospital di Roma.
 
Con le nuove tecniche, che possibilità ci sono di ottenere una gravidanza in vitro?
Le nuove tecniche di diagnosi genetica degli embrioni ed un miglioramento delle qualità del tessuto uterino, l'endometrio, consentono di ottenere il 70% di gravidanza trasferendo in utero anche un solo embrione allo stadio di blastocisti. In realtà l’80% delle coppie rimane in gravidanza fin dal primo tentativo.
 
Le tecniche tradizionali di fecondazione non garantiscono questi risultati?
Le tecniche tradizionali di fecondazione assisita (FIVET,ICSI,IMSI) presentano, come evidenziato dai dati riportati nella letteratura scientifica internazionale, ancora basse percentuali di successo perché non sono in grado di valutare in maniera completa la reale vitalità degli embrioni ottenuti in vitro e trasferiti poi all’interno della cavità uterina.
 
Da che cosa dipende il risultato?
Recentemente diversi studi scientifici hanno chiarito che la capacità degli embrioni di annidarsi nell’utero non dipende dalla loro qualità morfologica come un tempo si pensava ma piuttosto da due fattori critici: per il 70% dalla loro normalità genetica e per il 30% dalla capacità del tessuto all’interno dell’utero, detto endometrio, di produrre alcune molecole essenziali per l’impianto. Grazie a queste ricerche si è potuto scoprire che anche nelle pazienti giovani(età<35 anni) il 40-50% degli embrioni prodotti in un trattamento di fecondazione in vitro non è sano geneticamente, presenta cioè un alterato del numero dei cromosomi (aneuploidie)indipendentemente dalla qualità morfologica degli stessi e dallo stato genetico dei genitori equini non in grado di dare una gravidanza evolutiva. Se vogliamo dare ad una coppia le massime possibilità di successo con la fecondazione in vitro dobbiamo agire su entrambe le componenti.
 
Che cosa comporta trasferire in utero un embrione geneticamente malato?
Le conseguenze cliniche sono molteplici. Innanzitutto i ripetuti fallimenti della fecondazione in vitro, poi l'aborto spontaneo e l'aborto terapeutico per patologie cromosomiche fetali accertate mediante diagnosi genetica prenatale, come villo centesi e amniocentesi.
 
La legge viene incontro alle coppie?
L’articolo 14,comma 5,legge 40/2004, consente a tutte le coppie che si sottopongono alla Procreazione medicalmente assistita, come FIVET,ICSI,IMSI, il diritto di conoscere lo stato di salute dei propri embrioni prima che questi vengano trasferiti all’interno dell’utero materno.
 
Con le nuove tecniche genetiche tutto questo è possibile?
La recente tecnica di analisi cromosomica mediante NGS (next generation sequencing) consente di valutare, a differenza delle precedenti (PCR,aCGH), non solo tutti i cromosomi dell’embrione ma anche il DNA mitocondriale, la centrale energetica che ha un ruolo fondamentale nello sviluppo embrionario e poi fetale. La diagnosi preimpianto viene effettuata a livello di blastocisti (embrioni in V giornata di sviluppo) prelevando 5/10 cellule dal trofoectoderma ossia da quel tessuto che darà origine alla placenta che sono geneticamente identiche a quelle embrionarie. E’ come fare praticamente una villocentesi a livello embrionario. Questo tipo di biopsia non essendo fatta direttamente sull’embrione come si faceva una volta non ha nessuno impatto negativo sull’impianto dello stesso.
 
Un'unica blastocisti è sufficiente?
Molti studi scientifici internazionali evidenziano che, a prescindere dall’età della donna, il trasferimento di un'unica blastocisti sana consente di ottenere circa il 70 % di successo con una percentuale di aborto del solo 10%.Le percentuali di errore della tecnica è inferiore all’1%.
 
Chi può sottoporsi a questa tecnica?
I pazienti per i quali è indicata questa tecnica sono innanzitutto i pazienti giovani, nei quali si voglia effettuare un embrio transfer singolo, ottimizzando le percentuali di impianto e azzerando quasi le possibilità di gravidanze multiple, 4%. Poi per i pazienti con età materna oltre i 36 anni compiuti o per quelli con abortività ripetuta, almeno tre casi. Possono utilizzare questa tecnica, confidando in buone possibilità di risultato, anche i pazienti che hanno avuto ripetuti insuccessi, almeno tre tentativi o più di dieci embrioni trasferiti, e i pazienti portatori di malattie genetiche come ad esempio traslocazioni,inversioni, l’anemia mediterranea, la fibrosi cistica, l’emofilia, distrofia muscolare, l’X fragile ma generalmente tutte quelle malattie genetiche in cui la sequenza genetica è conosciuta.
 
Su quali embrioni può essere effettuata la diagnosi genetica preimpianto?
La diagnosi genetica preimpianto può essere effettuata sia su embrioni freschi sia su embrioni congelati già prodotti in precedenti cicli di PMA. I vantaggi della tecnica di diagnosi preimpianto sono sia di tipo preventivo, con la riduzione del rischio riproduttivo di fallimento, terapeutico con la riduzione del rischio di abortività spontanea o terapeutico e migliorativo con l'aumento delle percentuali di successo delle tecniche di PMA indipendentemente dalle indicazione. Le percentuali di impianto embrionario risultano essere del 58% rispetto al 15% di della tecnica classica mentre quelle di gravidanza clinica del 69% rispetto al 30-40%.
 
Come si rende il terreno “fertile”?
Una volta che noi abbiamo embrioni sani dobbiamo migliorare la qualità del “terreno”in cui andiamo ad impiantarli,questo terreno si chiama endometrio ed è il tessuto che riveste l’utero, quello sul quale viene depositato l’embrione con il tranfer. Molti studi scientifici internazionali hanno evidenziato che se si effettua un particolare“graffio” sull’utero in maniera del tutto indolore, tramite la tecnica denominata pipelle o scratching, nel ciclo precedente al trasferimento embrionario si ha un notevole aumento delle percentuali di impianto degli stessi e conseguentemente delle percentuali di gravidanza. Ciò perché questo particolare tipo di graffio aumenta la produzione di specifiche sostanze che intervengono in questa fase delicata dette citochine. Inoltre è oggi anche a disposizione un test (ERA test )che permette di verificare se il momento in cui vengono trasferiti gli embrioni è quello giusto.
 
E' necessario selezionare gli spermatozoi?
Sicuramente anche una migliore selezione degli spermatozoi da iniettare all’interno dell’ovocita può contribuire sensibilmente ad aumentare le percentuali di successo. Infatti e scientificamente dimostrato che l’infertilità maschile può generare maggiori anomalie cromosomiche degli embrioni soprattutto a livello dei cromosomi sessuali che possono dar luogo a nascita di bambini malati. In questo si sono rivelate fondamentali due tecniche: la selezione ad iperingrandimento degli spermatozoi (IMSI)e la selezione degli spermatozoi con un DNA integro(MACS).
 
In passato tante coppie sono andate all'estero per realizzare il loro sogno. Oggi è possibile anche in Italia?
Oggi non è più giustificato che la coppia si rechi all’estero per ricorrere alla fecondazione in vitro eterologa, maschile o femminile o per congelare embrioni. Le percentuali di successo dopo circa 180 casi effettuati nel nostro Centro sono del tutto simili a quelle degli altri paesi, circa il 60% con il 45% di bambino in braccio. Nuovi test genetici (genescreen) permettono un più completo matching genetico tra donatrice e ricevente. Inoltre la possibilità di effettuare un test di screening sulla salute del feto con un semplice prelievo di sangue alla madre alla decima settimana di gravidanza consentono ancora di più quel percorso che noi chiamiamo gravidanza sicura ed informata.
 
C'è anche chi pensa ad una gravidanza futura, non immediata?
Certo, esiste infatti la possibilità del social freezing per tutte quelle donne che non hanno ancora una progettualità riproduttiva ma intendono conservare intatte le loro future possibilità riproduttive grazie al congelamento ovocitario. Questa ultima tecnica risulta fondamentale anche per tulle le pazienti oncologiche che dopo aver sconfitto malattie gravissime vogliono mantenere intatta la loro qualità di vita, in particolare quella riproduttiva (oncofertilità).
 
La stimolazione ormonale è sempre sicura?
Per tutte quelle pazienti che inoltre hanno il timore che una stimolazione ormonale possa far insorgere una patologia neoplastica sono a disposizione nuovi test genetici in grado di valutare tale predisposizione rendendo il percorso ancora più spensierato
 
Prof. Ermanno Greco
Medicina e Biologia Della Riproduzione
European Hospital Roma
Tel:06 65975643-0665975614
info@icsiroma.it
Ultimo aggiornamento: Lunedì 6 Febbraio 2017, 21:11
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