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Nel frattempo, dalla California sta partendo una causa legale che punta a ottenere lo status di class action, e che vede TikTok imputata di aver raccolto in modo illecito e nascosto un'ampia quantità di dati degli utenti, poi inviati in Cina. La causa, depositata venerdì scorso, bolla come «ambigue» le regole sulla privacy dell'azienda. Secondo quanto scrive Netzpolitik, il social cinese avrebbe istruito i suoi moderatori a identificare gli utenti con disabilità, autismo o sindrome di Down, ad esempio, e a ridurre la visibilità dei loro post.
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Ad essere coinvolti sarebbero stati anche gli utenti obesi e Queer.
La norma prende il nome di «Immagini raffiguranti un soggetto altamente vulnerabile al cyberbullismo», ed è dichiaratamente volta a proteggere le persone che potrebbero diventare vittime dei bulli a causa delle loro «condizioni fisiche o mentali». TikTok ha spiegato che questa prassi è stata usata «solo agli inizi» per contrastare il cyberbullismo. «Questo approccio non è mai stato inteso come una soluzione a lungo termine e, sebbene avessimo buone intenzioni, ci siamo resi conto che non era l'approccio giusto»
Ultimo aggiornamento: Martedì 3 Dicembre 2019, 15:06
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