Variante Eris, decessi raddoppiati in un mese. Gimbe: «Dall'autunno tenuta del Servizio sanitario nazionale a rischio»

Martedì 19 Settembre 2023, 19:28 - Ultimo aggiornamento: 20:03

Sistema sanitario nazionale a rischio

«Nel prossimo autunno-inverno il vero rischio reale del Covid-19 è quello di compromettere la tenuta del Servizio sanitario nazionale, oggi profondamente indebolito e molto meno resiliente, in particolare per la grave carenza di personale sanitario». Così il presidente di Gimbe, Nino Cartabellotta, commentando i dati del monitoraggio settimanale elaborato dalla Fondazione, diffuso oggi, invita «le Istituzioni a mettere in atto tutte le azioni necessarie per proteggere anziani e fragili, incluso fornire raccomandazioni per gli operatori sanitari positivi asintomatici, oltre a rimettere in campo - se necessario - le misure di contrasto alla diffusione del virus». E rivolge «alla popolazione l'invito a mantenere comportamenti responsabili», per non incorrere nel rischio di vedere crollare il servizio sanitario nazionale. «I dati relativi al Covid-19 - prosegue - confermano nel nostro Paese una progressiva ripresa della circolazione virale, peraltro largamente sottostimata, dovuta a fattori concomitanti: emergenza di una variante immunoevasiva, progressiva riduzione dell'immunità da vaccino o da infezione naturale e sostanziale assenza di misure di protezione individuale. D'altra parte - sottolinea - i dati su ospedalizzazioni in area medica e i decessi confermano che la malattia grave colpisce prevalentemente fasce di età avanzate della popolazione, oltre che soggetti fragili, ai quali è già indirizzata prioritariamente la campagna vaccinale 2023-2024». «Alla luce del quadro epidemiologico, della percentuale di reinfezioni, dell'efficacia dei vaccini sulla malattia grave e delle rilevanti criticità che condizionano l'erogazione dei servizi sanitari, in particolare per la grave carenza di personale, la Fondazione Gimbe ritiene fondamentale prevenire ogni forma di sovraccarico da Covid nelle strutture sanitarie territoriali e ospedaliere», conclude.

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