Stupro di Palermo, il video della violenza venduto online? L'indagato: «Lo mando a chi devo, poi elimino tutto»

Sabato 26 Agosto 2023, 08:41 - Ultimo aggiornamento: 2 Settembre, 18:31

Gip: atrocità fonte di divertimento

«Tali nuovi e sopraggiunti elementi investigativi tratteggiano la personalità di un giovane che, lungi dall'aver avviato un percorso di consapevolezza del gravissimo reato commesso (avvalendosi dalla forza del gruppo ai danni di una giovane donna resa inerme a causa della intossicazione da alcol procurata dagli stessi partecipanti alla violenza) avendo ottenuto condizioni di maggiore libertà con l'inserimento in comunità, ha continuato ad utilizzare il telefono cellulare e/o altro dispositivo informatico per vantarsi delle sue gesta e per manifestare adesione a modelli comportamentali criminali». A scriverlo è la gip del Tribunale dei minorenni di Palermo, Antonina Pardo, nell'ordinanza con cui ha disposto la custodia cautelare in carcere per il più giovane dei sette indagati per lo stupro di gruppo di una 19enne, avvenuto lo scorso 7 luglio in un cantiere abbandonato del Foro Italico.

Il giovane, che all'epoca dei fatti era minorenne, lo scorso 19 agosto, dopo l'interrogatorio di garanzia, era stato scarcerato e trasferito in una comunità. I nuovi elementi emersi dalle indagini dei carabinieri, e in particolare l'analisi di alcune chat telefoniche e i profili social dell'indagato, hanno portato la Procura dei minorenni che aveva già fatto appello contro la sua scarcerazione a richiedere e ottenere un aggravamento della misura a carico dell'ormai 18enne. Proprio su Tik Tok il giovane avrebbe postato video e frasi cercando ulteriore visibilità. «Arriviamo a 1000 follower così potrò fare la live e spiegarvi la situazione com'è andata realmente», scriveva. E ancora: «Mi piace trasgredire» e in sottofondo la canzone napoletana «Nun se toccano 'e femmine» o la sua foto con il commento in sovraimpressione: «La galera è il riposo dei leoni». Tutti elementi che per il gip rivelano «inequivocabilmente l'estremo compiacimento rispetto a quanto accaduto, la sua totale insensibilità rispetto all'atrocità commessa considerata fonte di divertimento e il suo disprezzo per la vittima».

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