Sara Buratin, il mistero dell'ultimo messaggio di Alberto Pittarello: «Come stai?». Poi il telefono lanciato dal finestrino

Venerdì 1 Marzo 2024, 08:23 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 13:53

Il corpo nel fiume

Il corpo di Alberto Pittarello è stato recuperato giovedì pmeriggio dai Vigilil del fuoco. Il suo furgoncino Nissan si era inabissato in un punto dove l'argine è privo di guardrail, senza nessun ostacolo tra la strada e il fiume. La piena del Bacchiglione, con il pericolo dei detriti trasportati dalla corrente, aveva impedito ai sommozzatori di andare oltre l'individuazione del furgone, a 7-8 metri di profondità. C'era però la certezza che si trattasse del Nissan di Pittarello; i Carabinieri lo aveva stabilito grazie al confronto di alcuni pezzi di carrozzeria rimasti sull'erba. Il dubbio era un altro: in assenza del corpo, e senza segnalazioni che collocassero l'uomo altrove dopo la giornata di martedì 27 febbraio, c'era chi aveva anche pensato ad una messinscena, una fuga disperata del 39enne dopo aver fatto finire in acqua il furgone ed aver abbandonato il cellulare, spento, sull'argine. Nessuno tuttavia lo cercava da altre parti. I Carabinieri del nucleo operativo di Padova, guidati dal colonnello Gaetano la Rocca, con le prove raccolte, erano ragionevolmente convinti che Pittarello si fosse suicidato. Il corpo, verso le 16, è stato portato in superficie dai sommozzatori, e poco più tardi, in obitorio, c'è stato il riconoscimento da parte dei familiari. Un fascicolo giudiziario, quello per omicidio aperto dal pm Sergio Dini, destinato ad essere chiuso, per morte del reo.

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