Giulia Tramontano, il veleno e il castello di bugie di Alessandro Impagnatiello: «Sono stato disumano». Lacrime al processo

Giovedì 18 Gennaio 2024, 21:34 - Ultimo aggiornamento: 19 Gennaio, 07:35

Il video baby-shower e l'audio whatsApp di Giulia

Tra gli elementi depositati dalla Procura, oltre a un video del «baby shower» dello scorso marzo, c'è anche un messaggio audio inviato da Giulia a un'amica il pomeriggio del 27 maggio, dopo essersi incontrata con la 23enne italo-inglese con cui il fidanzato aveva una relazione parallela. «Ora basta, voglio rifarmi una vita da sola con il mio bambino», diceva. Agli atti del processo, vi è poi una telefonata, intercettata il primo giugno subito dopo l'arresto del barman, in cui suo fratello commentava con un amico la bugia detta da Impagnatiello ai carabinieri sull'assenza di un box nella sua abitazione. «Pensavo che mentisse perché là dentro aveva della droga», aveva spiegato il fratello. In realtà, all'interno, vi era nascosto il corpo di Giulia, del quale l'uomo aveva cercato di sbarazzarsi due volte tentando di bruciarlo e poi abbandonato in una intercapedine poco distante da casa. Impagnatiello è accusato di omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà, futili motivi e rapporto di convivenza, oltre che dei reati di interruzione di gravidanza non consensuale e occultamento di cadavere. Si torna in aula il prossimo 12 febbraio. Secondo quanto deciso dalla corte, le riprese audio-video non sono consentite.

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