​Un mese senza Giulia Cecchettin: «Ecco cosa faremo per te»

Domenica 10 Dicembre 2023, 08:37 - Ultimo aggiornamento: 12:37

Dall'aggressione nel parcheggio al ritrovamento del corpo di Giulia

Dopo una settimana da quell'aggressione nel parcheggio, dopo una settimana di ricerche, una settimana in cui l'italia è stata col fiato sospeso, in prima pagina c'è la notizia del ritrovamento di un corpo. Sui social, nelle piazze, le donne hanno cominciato a riversare la rabbia giustificata per quello che era appena successo: «Noi lo sapevamo». Altro che bravo ragazzo, quel corpo nel canalone del Lago di Bracis era quello di Giulia. In qualche modo lo sapevamo tutti, sapevamo che quella storia avrebbe preso una piega cruda, atroce, come la fine che fanno altre centinaia di donne. Vittime di una società che non le tutela, di un patriarcato che non lascia scampo.

Da quel giorno il volto dell'Italia è cambiato. Non che fosse la prima volta. Non è stata neanche l'ultima. Ma il femminicidio Cecchettin ha avuto un risalto nazionale. Turetta, il "bravo ragazzo" poi latitante, ritrovato in Germania nella sua Fiat punto nera. Il suo primo avvocato, dalle dichiarazioni deplorevoli, poi cacciato. La famiglia, che si è caricata sulle spalle una tragedia personale e l'ha fatta diventare una tragedia di tutti, per condividerne il dolore e per cercare di smuovere le fondamenta di un problema radicato nella società. La sorella Elena, che non vuole un minuto di silenzio, ma un minuto di rumore per bruciare tutto.

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