Emanuela Orlandi, il destino inquietante delle amiche: una in clinica psichiatrica, l'altra «potrebbe essere morta»

Martedì 6 Giugno 2023, 13:05

L'avvocato: «C'è una mamma che soffre»

«La scomparsa di Emanuela Orlandi non può e non deve essere circoscritta alle polemiche di queste ultime settimane. Perché sarebbe ingiusto, non solo nei confronti della famiglia, ma anche di questo Paese. Il sequestro di Emanuela ha accompagnato quaranta anni di storia d'Italia e il suo nome è comparso nelle indagini dell'attentato a Santo Giovanni Paolo II, all'omicidio Calvi, al crack del Banco Ambrosiano, alla Banda della Magliana. Pezzi di storia di questo Paese che sono ancora non del tutto chiariti. Capire cosa sia capitato a Emanuela, potrebbe aiutare a chiarire altri fatti importanti della storia d'Italia. La verità abbisogna a tutti, non solo ai familiari di Emanuela». Lo dice l'avvocato della famiglia Orlandi, Laura Sgrò, nella memoria depositata oggi alla Prima Commissione Affari istituzionali al Senato.

«Verità sulla scomparsa di questa cittadina vaticana la si deve anche a quegli italiani, tantissimi - aggiunge Sgrò- che dicono che Emanuela è anche la loro sorella. Che fermano per strada i familiari, che scrivono loro, che fanno sentire il loro affetto agli Orlandi, che si muovono da ogni parte del mondo per partecipare ai sit-in organizzati per Emanuela. Verità la si deve alle istituzioni, a quei magistrati e alle forze dell'ordine che tanto si sono prodigati, e, nonostante ciò, nessuno, in quaranta anni, è mai finito sul banco degli imputati. La verità la si deve anche ai cattolici, che amano senza remore il Papa Santo, ma chiedono anche verità per Emanuela, che pregano perché torni a casa. Perché amare l'uno non significa in alcun modo rinunciare alla verità per l'altra. Al contrario, amare vuol dire comprendere e accogliere. Per questo occorre una commissione di inchiesta subito. Una commissione che tiri le fila, che svolga con onestà e con la dovuta sensibilità il suo lavoro; che metta fine alle tante speculazioni che dilaniano le ferite mai cicatrizzate degli Orlandi, che fermi il circo dei depistatori e dei profittatori». «Sua Santità Papa Francesco - continua - ha detto di volere fare chiarezza sulla scomparsa di Emanuela, lo ha ripetuto il Segretario di Stato, Sua Eminenza Pietro Parolin. Esistono le condizioni per scrivere una pagina di storia importante, che vede lo stato italiano e quello vaticano collaborare finalmente insieme, in piena attuazione del Concordato. Vi chiedo, perciò, a nome di Maria Pezzano Orlandi; di Natalina, Pietro, Federica e Maria Cristina Orlandi, di votare i ddl 622 e 501 istitutivi della Commissione di inchiesta e di farlo quanto prima. Perché il tempo che passa è nemico della verità».

«Il Parlamento ha la possibilità di dare l'ultima probabilmente - ha sottolineato quindi - speranza a Maria Pezzano Orlandi di sapere cosa sia successo a sua figlia. A una madre ultranovantenne che ha consumato buona parte della sua vita nell'attesa. Che a lungo ha lasciato le chiavi attaccate alla toppa di casa, perché se fosse tornata Emanuela, avrebbe dovuto potere rientrare in casa. Nella sua stanza, dove tutto è rimasto com'era quaranta anni fa. Emanuela ha una madre, un fratello, tre sorelle, dieci nipoti e un pronipote che la aspettano. Spetta a Voi fare loro dono della speranza di sapere cosa le sia capitato».

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