«Mi occupo di reclutamento e candidature, ecco le cinque domande che devi assolutamente fare durante il colloquio»

Martedì 23 Gennaio 2024, 15:45 - Ultimo aggiornamento: 22:07

Prima domanda

Kyyah afferma che queste cinque domande l'hanno aiutata a capire meglio il tipo di ambiente di lavoro in cui avrebbe dovuto successivamente inserirsi. Inoltre, le hanno permesso di farsi un'idea delle persone che lo popolano e di ciò che si aspettano dal dipendente.

La prima domanda è: «Come risponde la dirigenza a eventuali errori fatti sul posto di lavoro?». In base alla risposta, afferma Kyyah, è possibile capire qual è l'approccio dei piani alti nei confronti dell'impiegato, una risposta che si articola generalmente in due modalità: «C'è una leadership che aiuta il dipendente a comprendere il proprio errore in modo da evitare che venga ripetuto, e un'altra tipologia che se sbagli si mostrerà contrariata e ti mancherà di rispetto facendo commenti passivo-aggressivi».

Seconda domanda

La seconda domanda è: «Che percentuale del team ha impegni personali al di fuori del lavoro e qual è la disponibilità dell'azienda nel permettere ai dipendenti di prendere questo tipo di impegni?». Kyyah fa riferimento all'importanza di avere un manager che ha, per esempio, una famiglia di cui occuparsi e da cui tornare per capire che tipo di capo potrebbe rivelarsi. Nel suo caso, infatti, un datore di lavoro le ha risposto dicendo che ha un figlio autistico, il che ha messo in luce la possibilità di lavorare in un'azienda la cui organizzazione è flessibile e in grado di adattarsi agli impegni dei dipendenti.

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