«Alessia Pifferi manipolata dalle psicologhe del carcere», due indagate: falso test intellettivo per simulare deficit grave

Mercoledì 24 Gennaio 2024, 10:45 - Ultimo aggiornamento: 21:35

«Falsato il diario clinico»

Il presunto falso ideologico, relativo al test, riguarda "il diario clinico" redatto dalle psicologhe. Avrebbero attestato con quel test una «scarsa comprensione delle relazioni di causa ed effetto e delle conseguenze delle proprie azioni» da parte di Pifferi, mentre «il test psicodiagnostico di Wais al tal fine somministrato» non era «fruibile né utilizzabile a fini diagnostici e valutativi, in quanto non rispondente alle metodiche di somministrazione e documentazione previste dalla manualistica e dalle buone prassi di riferimento».

Inoltre, spiega il pm, «gli esiti del test erano incompatibili con le caratteristiche psichiche effettive della detenuta, per come emergenti anche dagli stessi colloqui intercorsi in carcere tra la Pifferi e le due psicologhe, colloqui anch'essi falsamente annotati nel diario clinico, con riferimento ai presupposti del 'monitoraggio' a cui la Pifferi veniva sottoposta, in realtà inesistenti giacché la donna non era un soggetto a rischio di atti anticonservativi e si presentava lucida, orientata nel tempo e nello spazio, nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali e determinata».

Le due psicologhe, secondo l'accusa, non avrebbero effettuato, come dicevano, una attività «di assistenza piscologica in favore della detenuta (che per le ragioni suddette non ne aveva bisogno), ma invero consistente nel discutere del procedimento penale a carico della Pifferi e qualificabile come vera e propria attività di consulenza difensiva, non rientrante» nelle loro «competenze» e «volta esclusivamente a creare, mediante false attestazioni circa lo stato mentale della detenuta e l'andamento e i contenuti dei colloqui, le condizioni per tentare di giustificare la somministrazione del test psicodiagnostico».

Tutto ciò per «fornire così alla Pifferi, falsificando l'anzidetta diagnosi, una base documentale che le permettesse di richiedere e ottenere in giudizio, eventualmente con il filtro di un'ulteriore consulenza di parte, la tanto agognata perizia psichiatrica sulla di lei imputabilità». Fatti contestati alle due professioniste e al legale tra il 21 luglio 2022 e il 3 maggio 2023.

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