Rifiuti, Costa a Raggi: subito nuovi impianti, oppure stop agli aiuti

Rifiuti, Costa a Raggi: subito nuovi impianti, oppure stop agli aiuti

di Simone Canettieri e Mauro Evangelisti
Rifiuti, due settimane per convincere Virginia Raggi ad accettare un piano serio di impianti a medio e lungo termine. In sintesi: bisogna accelerare. C’è una scadenza all’orizzonte, il 31 dicembre, giorno della chiusura della discarica di Colleferro, che potrebbe dare il colpo finale al disastrato sistema di smaltimento dei rifiuti di Roma. Il messaggio è stato inviato alla sindaca Virginia Raggi dal ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, d’intesa con il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti. Costa ne ha parlato anche alla Festa del Movimento 5 Stelle a chi gli chiedeva della situazione di Roma.

L’obiettivo è uscire dal recinto della conflittualità, delle accuse reciproche, dello scaricabarile, per iniziare sul serio un percorso realista. Partendo dal «centro di stoccaggio provvisorio», citato da Costa in un’intervista, che di fatto andrebbe, per due o tre anni, a sopperire alla mancanza della discarica. La nuova riunione della cabina di regia sui rifiuti, formata da Ministero dell’Ambiente, Regione e Roma Capitale, si svolgerà il 21 ottobre, ma quella decisiva, alla quale parteciperanno Costa, Zingaretti e Raggi, la settimana successiva. Con una sintesi brutale - che i diretti interessati sono pronti a smentire - si può affermare che Costa dirà alla Raggi: ora bisogna fare gli impianti, altrimenti non potremo più aiutarti. Vanno bene i due impianti di compostaggio per la frazione umida della differenziata per i quali Roma Capitale ha presentato i progetti (Casal Selce e Cesano), ma non bastano perché il vero problema è l’indifferenziato.

Dunque, servono impianti di trattamento, magari di ultima generazione; ma serve soprattutto un impianto - centro di stoccaggio - dove portare gli scarti che oggi finiscono a Colleferro (1.000 tonnellate al giorno). C’è anche una carta in più da giocare: la maggioranza rosso-gialla su scala nazionale potrebbe aiutare Roma a trovare disponibilità in impianti di regioni governate dal Pd in cui, fino a qualche mese fa, le porte erano state chiuse o solo socchiuse, a causa dell’aggressività dei gruppi locali del Movimento 5 Stelle locale ma anche della Raggi stessa. Se l’obiettivo di Costa (d’accordo con Zingaretti) è inviare una sorta di ultimo avviso alla Raggi (senza chiamarlo ultimo avviso), c’è anche da dire che è evidente che su questo tema si vuole uscire dalla eterna conflittualità.

Lo dimostrano i toni, sorprendenti, dell’altro giorno di Roma Capitale, che spazzano via le dichiarazioni delle settimane precedenti della Raggi: accusava la Regione per la crisi, addirittura diceva di essere stata lasciata sola, facendo arrabbiare il ministro.
Al termine dell’ultima cabina di regia, otto giorni fa, invece Roma Capitale ha fatto trapelare di «avere avuto modo di apprezzare il clima di grande collaborazione istituzionale della riunione, non è esclusa la possibilità di lavorare insieme alla realizzazione di realtà impiantistiche innovative».

Ultimo aggiornamento: Martedì 15 Ottobre 2019, 11:11
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