Raccolta rifiuti nel caos, boom discariche fai-da-te da Trigoria a La Storta
di Pier Paolo Filippi e Stefania Piras
Via di Trigoria ad esempio, nel tratto tra il centro sportivo dell'As Roma e la Pontina, è tutto un susseguirsi di spiazzi invasi dai rifiuti. Nel più grande, sopra ai calcinacci e ai sacchetti dei rifiuti, qualcuno ha pensato bene di accatastare anche un'intera automobile incidentata. «È una vergogna, ma il Comune cosa fa?», dicono i residenti inferociti con scopa, paletta, e bidoncini di disinfettante. Chi può, infatti, si rimbocca le maniche e cerca di pulire. «Questa è la situazione a Roma, la capitale: discariche a cielo aperto con la sindaca Virginia Raggi che sembra Alice nel paese delle meraviglie.», si chiede un residente sventolando bandiera bianca. E però l'immondizia continua a moltiplicarsi grazie al mancato passaggio dei netturbini. Dall'altra parte di Roma, su via della Storta tra il Municipio XIV e il XV, la situazione è la stessa. Nemmeno il Parco di Veio viene risparmiato, dove gli incivili abbandonano e bruciano i rifiuti a due passi dall'area archeologica. E se i cittadini esasperati non sanno più dove gettare l'immondizia, c'è qualcuno che ha fiutato il business, aprendo addirittura delle vere e proprie discariche in nero, dove si possono conferire rifiuti dietro pagamento.
successo in via Giomena, nella campagna del Municipio XIV. Qui alcune settimane fa i cittadini, esasperati dal continuo via vai di persone che andavano a scaricare, sono arrivati anche a sequestrare sul posto le persone che vi stavano lavorando. Secondo l'ultimo rapporto dei Gruppi di ricerca ecologica (Gre), associazione riconosciuta dal Ministero dell'Ambiente, solo in 5 municipi di Roma si concentrano oltre 100 discariche abusive. A guidare la lista è il IV Municipio (da Ponte Mammolo a Tor Cervara) con 64 discariche. Nel Municipio VI (da Torre Maura a Tor Bella Monaca) sono 22 le aree critiche segnalate. Poi vengono il Municipio III (Monte Sacro, Tufello) con 18 discariche abusive, il VII (Appia e Anagnina) con 14 e il V (Centocelle, Prenestino) con 7. Sono discariche, né più né meno. Perché sono ormai riconosciute come tali, chi deve abbandonare la spazzatura va lì, senza cercare altri angoli più o meno nascosti e si sbarazza di sacchi neri e rifiuti ingombranti. Chi lo fa non pensa più che sia giusto protestare perché la raccolta differenziata non funziona o i camion Ama non passano. Perché se l'amministrazione non trova soluzioni, vige l'anarchia del fai da te, con le aree di trasbordo e smaltimento improvvisate, ovvero roghi tossici e discariche a cielo aperto.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 3 Luglio 2019, 08:47
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