Roma, prof pedofilo a processo: è stato incastrato dalla moglie. La donna ha consegnato i file con foto e chat proibite

La donna cercava prove del tradimento del marito e ha trovato nel pc immagini porno di minori

Professore pedofilo a processo: è stato incastrato dalla moglie. La donna ha consegnato i file con foto e chat proibite

di Federica Pozzi

Aveva in casa tantissimi file con foto e video porno di minori. Dopo essere stato scoperto dalla moglie, e denunciato, un docente di 40 anni è finito a processo per detenzione di materiale pedopornografico. La mole trovata dai carabinieri in tre abitazioni era tale che hanno utilizzato «diversi scatoloni» per sequestrargliela. Oltre a questo, è stata rinvenuta la copia di alcune conversazioni intrattenute dal professor A.S. con una sua ex studentessa minorenne, fatto per il quale era stato espulso dall’istituto scolastico in cui insegnava. 

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LA SEPARAZIONE

A scoprire il tutto la moglie, nei primi mesi del 2020, mentre cercava le prove di un possibile tradimento da portare all’avvocato. La donna, già tradita in precedenza dall’imputato e arrivata ormai al capolinea del matrimonio, aveva deciso di rivolgersi al suo legale per avviare le procedure della separazione. «Una separazione consensuale che sarebbe dovuta essere molto tranquilla», come ha spiegato in aula. Una volta sentito il proprio avvocato e sotto suggerimento di quest’ultimo – oltre che spinta da diversi sospetti – si è messa a cercare le prove dell’ennesimo tradimento del marito. 

Approfittando di un suo allontanamento da casa, ha iniziato a cercare nello studio, dato che «lui non voleva assolutamente che nessuno si avvicinasse ai suoi dispositivi informatici», ha riferito ieri la donna davanti ai giudici della quinta sezione penale del Tribunale di Roma. Era l’imputato, infatti, a gestire i computer, tablet e gli altri dispositivi elettronici, tanto che la moglie e i figli non vi avevano accesso se non con il suo permesso e soltanto a quelli che diceva lui. È stato in quell’occasione che la donna ha trovato i fogli con le conversazioni con l’ex studentessa e due chiavette usb che ha consegnato al suo avvocato. Il legale, che aveva già fatto partire la lettera per la separazione, dopo aver visionato il contenuto delle due chiavette, ha bloccato la causa e ha accompagnato la donna a sporgere denuncia ai carabinieri contro l’ex marito.

LE TESTIMONIANZE IN AULA

«C’erano sia foto che immagini in movimento ritraenti bambini.

Ho aperto solo un file per ogni pennetta, poi per paura di contaminare ho chiuso tutto in una busta che ho fatto firmare alla signora», ha spiegato l’avvocato in aula. A quel punto i carabinieri hanno suggerito alla donna di non comunicare nulla al marito, in modo che le indagini potessero proseguire indisturbate e il primo luglio del 2020 sono scattate le perquisizioni. Come ha raccontato durante il processo uno dei militari, sono state perlustrate la casa in cui il professore abitava con la moglie e i figli, quella della madre e un’abitazione di sua proprietà in ristrutturazione. Tutte e tre le perquisizioni hanno dato esito positivo: «Abbiamo spiegato cosa stavamo cercando e chiesto di consegnarci il materiale. Lui ha consegnato qualcosa e la restante parte abbiamo proceduto a prelevarla noi perché era tanta. Siamo andati anche a casa della sorella, in cui non abbiamo fatto ingresso perché non era presente nessuno». «Avremmo dovuto buttare giù la porta - ha precisato il carabiniere - ma vista la quantità di materiale che già avevamo sequestrato, parliamo di scatoloni, non si è proceduto con l’irruzione”.

I MESSAGGI CON L’ALLIEVA

A raccontare della chat con l’ex studentessa minorenne è stato ieri sempre l’avvocato dell’ex moglie, durante la sua deposizione. Prima di visionare le chiavette usb, infatti, si è trovato davanti la stampa di una conversazione su Messenger, materiale consegnatogli sempre dalla sua assistita. «Mi sono reso contro che non si trattava di un tradimento, ma di un problema serio perché riguardava un atteggiamento che aveva riservato a questa allieva minorenne». Per questo comportamento, tenuto mentre insegnava in un istituto religioso, il docente era stato sanzionato con l’espulsione, dopo che i genitori della ragazzina avevano scoperto le conversazioni e si erano rivolti al preside. Non sembrerebbe ci siano però procedimenti penali a suo carico per questa storia. 


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 29 Marzo 2023, 10:37
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