Roma, ubriaca al volante: la strage delle sorelline, uccise da alcol e velocità
di Maria Lombardi e Raffaella Troili
L'ESAME
La mamma rischia ora l'accusa di omicidio colposo e guida in stato di ebbrezza. È risultata positiva all'alcol test, aveva un tasso superiore cinque volte a quello consentito e pari a 2,5. Forse è stato un colpo di sonno a farle perdere il controllo. «Mi sono trovato quella macchina davanti, mi è venuta addosso», racconta il conducente dell'Audi A4 coinvolta nello schianto, ricoverato al Sant'Eugenio con il figlio di 16 anni. Ferito anche l'uomo alla guida di una Fiat 500 investita di rimbalzo. Sull'asfalto all'altezza di Dragona, i segni lasciati dal gesso bianco tracciano il punto dell'impatto. Sono le 15,30, l'Audi A4 nera viaggia verso Roma, la Punto in direzione opposta. In un primo momento si era ipotizzato che la vettura più potente in un sorpasso azzardato avesse investito l'auto dove viaggiavano mamma e figlie. Pare che non sia andata così. Sarebbe stata Jacqueline a invadere la corsia opposta, forse per un attimo di distrazione o un colpo di sonno. L'automobilista se la trova davanti e nel tentativo di evitarla si sposta dall'altra parte ma l'urto è violentissimo. Sia la Fiat che l'Audi hanno la fiancata anteriore destra distrutta, vuol dire che lo scontro non è avvenuto al centro della carreggiata. Vola via il motore della Punto, le due bambine insieme al cane sfondano il vetro posteriore e schizzano sull'asfalto. L'Audi finisce addosso a una Fiat 500 che si trovata dietro la macchina della famiglia e poi finisce fuori strada schiantandosi contro un albero. Le due auto sono ammassi di lamiera, il contachilometri della A4 è fermo su 120 chilometri all'ora e il contagiri sui 3.500. Andava troppo veloce in quel tratto di strada dove il limite è di 70. I risultati delle indagini affidate al gruppo sicurezza pubblica dei vigili di Ostia, guidato da Antonio Di Maggio, saranno trasmessi alla Procura.
I SOCCORSI
Una delle due bambine è già in arresto cardiaco, i primi medici che arrivano da Ostia riescono a rianimarla e la portano in eliambulanza a Roma. Alessia ricoverata al Bambino Gesù muore nella notte, Valentina circa dodici ore dopo al Gemelli. Il padre non dà il consenso all'espianto degli organi. La madre è ricoverata al San Giovanni, dovrà essere operata all'anca. Il cane anche è morto sul colpo. Il cuore batte ancora, ripete ma alla fine anche il papà, Dario Di Benedetto, agli arresti domiciliari, di Fiuggi, si piega all'evidenza: il cuore non batte, la macchina viene spenta. E piange. Come la migliore amica di Valentina che continua a far domande, a lei è impedito di entrare. Dormivano spesso insieme, stavano preparando i canti di Natale. Quanto a lui, Dario, del suo matrimonio fallito da tempo, non resta nulla. Jaque, bionda e bella, è sola in un letto d'ospedale, ha ferite che si rimargineranno, altre che la perseguiteranno.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 16 Dicembre 2015, 00:44
© RIPRODUZIONE RISERVATA