«Tu sei caduto a sinistra, quindi un po' de graffi a sinistra ci devono stare su quella moto, guarda bene». «Ma roba di poco comunque, non devo sfondare niente?». «Un po' di graffietti così...». «Va bene!». Parlava così a maggio del 2020 Vincenzo Carrese con uno degli attori che si era prestato all'ultima truffa di falsi incidenti stradali per ottenere fior fiore di rimborsi dalle assicurazioni. Il sistema era stato collaudato e ben oliato perché tutto, alla fine funzionava alla precisione, grazie anche alla fitta rete di medici - ortopedici e radiologici prestati ai pronto soccorso - che firmavano referti falsi.
Carrese, considerato l'ideatore e il promotore del sistema è finito ai domiciliari insieme ad altre tre persone mentre quattro medici - per i quali sono stati accertate prognosi finte e diagnosi false - sono stati sospesi dal servizio (sia pubblico che privato). È questo l'esito dell'operazione chiamata California compiuta dai carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia Roma Centro su delega della procura dopo che proprio un'assicurazione aveva avanzato dei sospetti su alcune pratiche. I militari così hanno messo su un'ampia attività - composta di intercettazioni, appostamenti e pedinamenti - che ha portato ad accertare un danno economico per diverse compagnie assicurative quantificabile - per difetto - in oltre 2 milioni di euro. Una sessantina i sinistri falsi di cui 20 ritenuti più significativi per tipo e quantità di prove raccolte. E poi la compiacenza e la connivenza dei camici bianchi che in alcuni casi neanche visitavano i pazienti o li facevano uscire dai pronto soccorso, notoriamente congestionati soprattutto nel periodo della pandemia, dopo neanche un'ora di attesa.
GLI ORTOPEDICI COINVOLTI
Tra i provvedimenti adottati dal giudice Francesca Ciranna anche la sospensione dai 6 ai 12 mesi per quattro medici in servizio nei pronto soccorso degli ospedali Pertini, Santo Spirito, San Filippo Neri e nel presidio sanitario di Fregene che hanno rilasciato false certificazioni.
Un altro aspetto che ha portato i carabinieri della Compagnia Roma Centro a chiudere il cerchio in tempi brevi è stato proprio questo: la consequenzialità di accessi e di contestazioni avanzate anche dai soliti soggetti per referti emessi non dal pronto soccorso più vicino al luogo del sinistro. Tornando all'incidente di via Livorno: era stato organizzato dal Carrese con la collaborazione di Alessandro e Federico Nardi (finiti con lui ai domiciliari) in base ai turni dell'ortopedico del Pertini. La dinamica dell'incidente è sempre la stessa, il veicolo che tampona facendo cadere uno scooter e il suo guidatore. In questo caso il medico incontrando Carrese ben prima dell'accesso al pronto soccorso dei finti feriti, (10.43) consegnerà all'uomo una busta dentro cui è lecito supporre ci siano dei referti falsi. I due attori vittime dell'incidente si recheranno al Pertini alle 12 per uscirne poi dopo circa un'ora e mezza con prognosi di sette giorni ciascuno.
Ultimo aggiornamento: Sabato 21 Gennaio 2023, 08:37
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