Il gip Alessandra Grammatica ha poi emesso altre cinque misure interdittive del divieto di esercitare attività di impresa per sei mesi a carico del procacciatore d'affari Antonio Jean Ciervo, e dei quattro titolari di un grosso allevamento bufalino di San Potito Sannitico, che per gli inquirenti avrebbero venduto il latte delle bufale malate di Tbc animale (Tubercolosi) nonostante i capi fossero sottoposti alla profilassi dell'Asl di Caserta.
Tra i reati ipotizzati l'adulterazione del latte utilizzato nel ciclo produttivo, la commercializzazione di prodotti alimentari potenzialmente nocivi per la salute, e la contraffazione di un marchio dop. Tra le condotte accertate, la consuetudine degli imprenditori coinvolti di miscelare il latte di mucca con quello di bufala per produrre la mozzarella dop, invece di usare solo quello delle bufale campane come prescrive il disciplinare di produzione; ma anche la pratica pericolosa di conservare per giorni il latte in silos, anche durante i periodi estivi, per poi aggiungere la soda caustica usata per lavare i pavimenti onde abbatterne la carica batterica e farlo passare indenne alle analisi di laboratorio.
Ultimo aggiornamento: Domenica 12 Febbraio 2017, 00:12
© RIPRODUZIONE RISERVATA