INDAGINI INTERNAZIONALI
Dagli accertamenti si è scoperto che Michal Konrad Herba è arrivato a Milano il 9 luglio dopo aver acquistato in Polonia l’auto nella quale la vittima è stata trasferita in una baita nel comune di Lemie (Torino). Le indagini hanno portato a individuare il luogo in cui la modella venne tenuta prigioniera e, il 18 luglio 2017, ad arrestare il suo carceriere Lukasz Pawel Herba. Ma il lavoro degli investigatori è proseguito oltreconfine: il servizio per la Cooperazione internazionale della Direzione centrale della polizia criminale in raccordo con le unità speciali britanniche e la Nca (Nacional cryme agency) hanno fatto scattare le manette ai polsi dell’uomo circa un mese dopo la cattura di Lukasz. Anche Michal Konrad è accusato di sequestro di persona a scopo di estorsione e ora è in una cella di San Vittore in attesa che il pm Storari chiuda le indagini nei suoi confronti in vista della richiesta di rinvio a giudizio.
«ERA D’ACCORDO CON ME»
Intanto due settimane fa Lukasz Herba è stato condannato a sedici anni e nove mesi di carcere e prima del verdetto ha rilasciato dichiarazioni spontanee fornendo la sua ultima versione dei fatti: «Chloe era d’accordo con me, aveva accettato la mia proposta di un finto sequestro perché voleva popolarità e avevamo concordato che i soldi che avremmo guadagnato li avremmo divisi e poi potevamo anche uscire insieme.
Era evidente che lei aveva bisogno di un aiuto, perché era senza soldi, io ero diventato suo amico e ne ero innamorato, ho fatto di tutto per aiutarla, tutto lo scandalo internazionale che ne è derivato è servito solo per farla diventare famosa». Ma per il pm Storari la versione del rapimento sostenuta dalla modella è «più che riscontrata dagli elementi probatori», tra i quali un messaggio di Lucasz al fratello nel quale lo esorta a «pulire bene il bagagliaio per non fare trovare i capelli di lei» alla polizia.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 25 Giugno 2018, 13:10
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