Città del Vaticano – Sull'utero in affitto la condanna ferma, rigorosa e netta della Chiesa non è mai cambiata e va inevitabilmente nella direzione delle proposte di legge di Fratelli d'Italia. Per il Vaticano e la Cei si tratta di una «pratica inumana» in cui bambini sono trattati come fossero merce o prodotti d'allevamento. A ribadire la posizione assunta da tutti i pontefici (compreso Papa Francesco) sono i vescovi italiani che stamattina hanno commentato il dibattito politico di queste ultime settimane.
La Cei: problema universale
In pratica per i cattolici bisognerebbe rendere la maternità surrogata un crimine perseguito universalmente. «Per noi è un problema universale» ha sintetizzato monsignor Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei, al termine del Consiglio episcopale permanente. Il presule, pur sottolineando che la discussione sul punto non è stata oggetto della discussione in Consiglio («non siamo entrati nel merito»), ha chiarito la evidente «mercificazione» del corpo di quelle donne che in condizioni di povertà sono costrette ad affittare il proprio utero e portare avanti una gravidanza per denaro, per poi consegnare il figlio gresciuto in gremo a terzi, come se fosse un pacco.
I bambini hanno «diritto al futuro, all'integrazione» e che per quanto riguarda i diritti dei figli delle coppie omosessuali «non può essere tutto ridotto a motivo di propaganda».
Le mosse del governo
Su questo frangente la Chiesa sembra appoggiare senza alcun dubbio la posizione assunta da Fratelli d'Italia che ha ribadito anche in questa legislatura il suo impegno contro la pratica dell'utero in affitto. Al momento esistono due proposte di legge, una alla Camera e una al Senato, affinché la maternità surrogata venga dichiarata reato universale e quindi perseguita non soltanto se praticata in Italia, come accade già adesso, ma anche se praticata all'estero. Domani in commissione Giustizia della Camera la proposta di legge inizia il suo iter.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 23 Marzo 2023, 22:49
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