Massacrati dalla baby gang

Valeria Arnaldi
Nessuno scopo, neppure criminale. Nessuna rivendicazione. Solo il gusto di aggredire dei coetanei e massacrarli a colpi di calci e pugni, nonché catene. È stata una violenza fine a se stessa, secondo gli investigatori, l'ennesima aggressione messa in atto da una baby gang nel Napoletano.
A un giorno dall'attacco subito da un quindicenne di Melito, cui per le percosse di un branco di quindici ragazzini, è stata asportata la milza, altri due giovanissimi, un quindicenne e un quattordicenne di Mantova in visita all'amico, sono stati aggrediti da un gruppo di dieci minorenni armati di catena. La gang li ha circondati, poi minacciati, infine picchiati.
Il pestaggio è avvenuto nella tarda serata di sabato nella villa comunale di Pomigliano d'Arco. Le vittime hanno riportato contusioni al volto e all'addome. Medicati in ospedale e poi dimessi, i ragazzi si sono rivolti ai carabinieri di Castello di Cisterna, fornendo loro informazioni e dettagli utili al riconoscimento dei responsabili. Le indicazioni hanno portato all'identificazione di due dei colpevoli, un ragazzo del luogo, quindici anni, incensurato, ancora in possesso della catena usata per picchiare i due, e uno di appena tredici, quindi non imputabile, di Somma Vesuviana. Proseguono le indagini per identificare gli altri membri del gruppo. Inizialmente si era ipotizzato che l'assalto avesse come causa la rapina, messa a segno, di un cellulare, causa poi esclusa dagli investigatori. Il fine della baby gang era il pestaggio stesso. Solo successivamente avrebbero deciso di rubare lo smartphone. Le vittime sarebbero state scelte a caso. Non ci sarebbe alcun rapporto, né una conoscenza, con gli aggressori che, invece, sarebbero legati da un'amicizia consolidata.
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 15 Gennaio 2018, 05:01
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