Allerta peste suina, la prevenzione locale fa scuola alla Ue

Allerta peste suina, la prevenzione locale fa scuola alla Ue
RISCHIO SUL TERRITORIO
PORDENONE Non cala l'allerta in regione sul possibile contagio da peste suina africana. Dopo i provvedimenti regionali di inizio novembre - l'abbattimento in accordo con le autorità slovene di 500 esemplari di cinghiale femmina - volti a creare una sorta di cordone sanitario come sbarramento alla malattia già arrivata n Serbia, il tema è stato trattato anche a Bruxelles. Al Parlamento europeo l'eurodeputato spilimberghese Marco Dreosto ha illustrato quello che è il protocollo, derivante dall'esperienza locale, volto proprio a prevenire la malattia letale per i maiali, mentre è assolutamente innocua e non trasmissibile per l'uomo. «In particolare la nostra preoccupazione - ha sottolineato il parlamentare europeo leghista - è per i produttori di eccellenze italiane, quali i prosciutti di San Daniele e di Parma. Se questa malattia dovesse superare i nostri confini potrebbe mettere a rischio la filiera di queste produzioni poiché verrebbe meno il prodotto primo che, secondo i disciplinari Dop, deve essere del territorio. Ecco perché serve un protocollo di salvaguardia che responsabilizzi tutti i cittadini, oltre al settore degli allevamenti che segue già protocolli della sicurezza biologica molti rigidi e stringenti». A illustrare al Parlamento europeo il modello Friuli di prevenzione e controlli rispetto ala peste suina (nel Friuli occidentale ci sono circa 60 allevamenti suinicoli con 120mila capi) è stata Marta Dal Cin, responsabile del settore veterinario e sanità animale dell'Aas5 pordenonese. «La prevenzione è fondamentale. Ma oltre a rafforzare le misure rispetto agli allevamenti - ha detto - è importantissimo in quanto meno controllabile il comportamento dei singoli che potrebbe trasformarsi in veicolo della malattia. Per evitare l'introduzione del virus è importante non portare (l'appello è rivolto in particolare a cacciatori e turisti) dalle zone infette prodotti a base di carne suina o di cinghiale fresca, surgelata o insaccati. È poi importante non somministrare avanzi o rifiuti alimentari o non abbandonarli in zone accessibili ai cinghiali che potrebbero contrarre il virus e diffonderlo». Ogni misura - compresa l'informazione - è fondamentale per evitare che il virus possa mettere a rischio il sistema zootecnico.
d.l.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ultimo aggiornamento: Sabato 23 Novembre 2019, 05:05
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