Parte il test di massa sugli anticorpi: chi dovrà farlo e quali le priorità
di Mauro Evangelisti
Covid 19, ministero Salute: tamponi su tutti i malati con infezioni respiratorie
INCOGNITE
Problema: l’affidabilità di questo tipo di test. Il professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità e in rappresentanza del Comitato tecnico scientifico sul coronavirus, dice: «Occorreranno ancora pochi giorni per completare la validazione dei test sierologici per la ricerca degli anticorpi. La valutazione deve essere svolta con rigore. Per questo è opportuno lavorare insieme alle Regioni». Dalla Toscana all’Emilia-Romagna, dal Veneto alle Marche, ormai ovunque si sta ricorrendo all’uso dei test sierologici soprattutto per determinate categorie, come gli operatori sanitari.
Covid 19, ministero Salute: tamponi su tutti i malati con infezioni respiratorie
Secondo Silvio Brusaferro e Gianni Rezza dell’Istituto superiore di Sanità l’operazione di screening in tutto il paese servirà a comprendere quale percentuale di popolazione sia già immunizzata in quanto è stata positiva e ha sviluppato gli anticorpi. Sulla base di questa ricerca si potrà decidere come gestire la fase di riapertura. Resta un nodo: ad oggi nessuno sa quanto durerà questa immunizzazione in chi ha sviluppato gli anticorpi; presumibilmente, sulla base dell’esperienza con altri corononavirus, 3-4 mesi, ma sono solo ipotesi. Come si svolgerà questa campagna di test sierologici di massa? Sottoponendo all’esame categorie di popolazione rappresentative sia a livello geografico, sia per età.
Screening massicci con test sierologici sono previsti anche in Germania, Francia, Regno Unito. Federico Perno, direttore Analisi chimico cliniche e microbiologia dell’ospedale Niguarda di Milano, avverte: «In commercio ci sono molti test anticorpali inaffidabili, bisogna avere la certezza che funzionino bene». L’Organizzazione mondiale della sanità ricrda: «I test sierologici non testano la presenza del virus ma dicono se c’è stata un’infezione recente o meno recente. Ma dobbiamo avere strumenti affidabili da usare e soprattutto avere certo l’obiettivo di cosa vogliamo ottenere, perché i governi possano inserirli nelle loro politiche in modo appropriato».
DIFFERENZE
In sintesi: i test sierologici ci aiuteranno, a partire da maggio, a comprendere quante persone hanno avuto contatto con il coronavirus in Italia, ma un’analoga ricerca sta partendo su base mondiale. Discorso molto differente è quello dei tamponi, che servono a fini diagnostici, per trovare chi è malato e deve essere curato e isolato. Il Ministero della Salute ha diffuso una nuova circolare. Prima di tutto, ribadisce che i test sierologici non possono i tamponi. Autorizza i test molecolari rapidi, per verificare più velocemente se un paziente sia stato contagiato. Puntano sulla rilevazione dei geni virali nelle secrezioni respiratorie.
Dovrà essere data la priorità a pazienti ospedalizzati, operatori sanitari esposti a maggior rischio, soggetti fragili, ospiti delle rsa, operatori dei servizi pubblici essenziali. Undici i tipi di tamponi autorizzati, sì a quelli in automobile. Ancora: «Nelle aree in cui vi è ancora una limitata trasmissione di Sars-CoV-2, se si dispone di risorse sufficienti, bisogna effettuare test diagnostici in tutti i pazienti con infezione respiratoria».
Ultimo aggiornamento: Sabato 4 Aprile 2020, 15:14
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