Famiglia avvelenata: gravi anche madre e badante. Analisi su acqua e cibo
di Paola Treppo
Il primo decesso, quello di Patrizia
Il decesso del 95enne arrivava a seguito della morte, qualche ora prima, ieri, lunedì 2 ottobre, intorno alle 6 di mattina, sempre al nosocomio di Desio, di una delle sue due figlie, Patrizia Del Zotto, 62 anni, residente con tutta la famiglia a Nova Milanese (Monza). Il decesso della 62enne, allergica ai metalli pesanti, è stato causato da un avvelenamento da tallio, sostanza altamente tossica con cui è entrata in contatto durante una vacanza in Friuli, nella casa di famiglia di Santa Marizza di Varmo (Udine). Il paese, dove sono nati sia il padre che la madre della 62enne, è al centro delle indagini per capire dove e come la famiglia abbia respirato o comunque introdotto nell'organismo questo veleno, nocivo sia per inalazione che per ingestione.
Vacanze fatali in agosto
A Santa Marizza una parte della famiglia Del Zotto aveva trascorso le vacanze nell'agosto scorso, tre-quattro settimane. Tutti componenti della famiglia che hanno passato le ferie nel paesino, in comune di Varmo (Udine), sono risultati positivi al tallio. I parenti rimasti a Desio, invece, no: sono tutti negativi e stanno bene. I primi sintomi si sono manifestati nelle prime due settimane di settembre ma i Del Zotto non ci hanno dato troppo peso: pensavano a un'influenza. Poi l'aggravamento e i ricoveri in ospedale, a fine settembre.
Anche la badante in ospedale
Patrizia del Zotto, entrata in ospedale in coma, è morta dopo poco. Poi è morto il padre. La sorella di Patrizia, Laura Del Zotto, 58 anni, accolta nel nosocomio nello stesso giorno, reagisce alle cure e sta migliorando. La badante che era con loro in vacanza a Varmo, Serafina Pogliani, 49 anni, di Nova Milanese, è in osservazione: è positiva al tallio ma non è grave. Positivo al veleno anche il marito di Patrizia Del Zotto, Enrico Ronchi, 64 anni, originario di Seregno (Monza Brianza); Ronchi è l'unico a non avere sintomi di alcun genere.
Le cause
Inizialmente la causa pareva il piccione e il suo guano. La casa dei Del Zotto a Santa Marizza di Varmo sorge accanto a un fienile, che è di proprietà di un'altra persona, dove vivono un gran numero di piccioni. Lo ha segnalato la stessa famiglia ai medici. Gli escrementi di piccione contengono tallio: respirare a lungo le esalazioni di questo guano può causare avvelenamento. I carabinieri di Desio, insieme ai colleghi friulani di Rivignano (Udine) e della compagnia di Latisana, non danno nulla per scontato e si indaga a 360 gradi. Oggi pomeriggio, martedì 3 ottobre, saranno eseguiti dei prelievi nel pozzo artesiano che la famiglia usa nella casa di Varmo.
Acque e cibo sotto la lente
In questo borgo non esiste l’acquedotto e l’approvvigionamento del bene idrico, per ogni necessità, è garantito proprio da questi pozzi, molto diffusi. È possibile che l’acqua sia stata inquinata da escrementi di piccione? Magari durante le forti piogge di agosto? Un vicino di casa usa lo stesso pozzo di casa Del Zotti e sta bene. Dubbi anche su una possibile “concentrazione” di tallio nell’aria nella casa vacanze, usata esclusivamente per le ferie, in estate e a Natale. Un parente, infatti, la tiene areata tutto l'anno, e sta bene anche lui, come il resto dei residenti stabili di questo borgo, una piccola realtà agreste che conta meno di 10 abitazioni. Con i tecnici dell'azienda sanitaria saranno eseguiti anche dei campionamenti sul cibo e gli alimenti consumati durante le ferie.
Ultimo aggiornamento: Martedì 3 Ottobre 2017, 17:16