Omicidio a Roveredo, la confessione: «Lei mi ha aggredito, ha cercato di colpirmi con un coltello»

Omicidio a Roveredo, la confessione: «Lei mi ha aggredito, ha cercato di colpirmi con un coltello». Il rapporto era cambiato

ROVEREDO IN PIANO (PORDENONE) - La confessione del killer di Aurelia Laurenti, il compagno della donna uccisa a Roveredo ha confessato l'omicidio, queste le parole di Giuseppe Forciniti: «Sono stato aggredito fisicamente dalla mia compagna mentre ci trovavamo in camera da letto. È anche comparso un coltello, con cui ha cercato di colpirmi. Ne è nata una colluttazione, durante la quale ho afferrato l'arma e l'ho colpita una sola volta, al collo. Lei è caduta a terra e io sono uscito dalla stanza in stato di choc».

Chi è Giuseppe Forciniti

Forciniti è stato arrestato con l'accusa di omicidio volontario pluriaggravato. Giuseppe Forciniti è un dipendente dell'Azienda sanitaria Friuli Occidentale: dopo un periodo come infermiere in una casa di riposo, da alcuni mesi aveva preso servizio nel reparto di Ortopedia del Santa Maria degli Angeli di Pordenone. Viene descritto come un operatore zelante e scrupoloso. 

La confessione

Giuseppe Forciniti ha ricostruito quanto sarebbe accaduto la notte scorsa nell'abitazione di Roveredo in Piano (Pordenone). L'uomo ha fornito la sua personale versione dei fatti nel corso dell'interrogatorio di fronte al sostituto procuratore di Pordenone Federico Facchin. Il faccia a faccia con gli investigatori è stato caratterizzato da numerose pause in cui l'uomo ha detto di essere sconvolto e ha pianto a più riprese.

Secondo quanto avrebbe detto a inquirenti e investigatori, i rapporti con la compagna erano diventati burrascosi e c'erano liti. I genitori dell'omicida, che si sono messi in viaggio dalla Calabria per raggiungere il Friuli, hanno nominato come avvocato difensore di fiducia Ernesto De Toni, del foro di Padova.

I figli 

«I bambini si trovavano nella stanza accanto alla nostra, ma non hanno sentito ciò che succedeva, stavano dormendo e li ho svegliati io solo più tardi» ha affermato Giuseppe Forciniti, l'assassino. «I fatti si sono verificati attorno alle 23.30 - ha proseguito l'uomo, che ha imperniato la propria difesa sulla legittima difesa, rispetto a una presunta aggressione che avrebbe subito dalla moglie -: so di averla colpita una sola volta, da quel momento mi rimane soltanto l'immagine di lei insanguinata a terra.

L'ho lasciata lì, ho preso i bambini, li ho caricati in auto, li ho portati dagli zii e poi sono andato in Questura».

Durante il tragitto da Roveredo a Pordenone l'uomo ha anche gettato l'arma del delitto, un coltello da cucina trovato in un cassonetto che egli ha indicato agli investigatori. Circa le prime risultanze dell'indagine, il medico legale avrebbe individuato 8 coltellate, alla testa e al collo della vittima.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 26 Novembre 2020, 22:05
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