Tor Sapienza, dopo la rivolta anti-immigrati
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Tor Sapienza, dopo la rivolta anti-immigrati pronto ad arrivare anche Salvini

di Lorena Loiacono
Un filo rosso che dalla periferia romana arriva dritto al profondo Nord, quello della Lega. Ed è così che sugli scontri di Tor Sapienza arriva a gamba tesa il leader del Carroccio, Matteo Salvini, che si dice pronto a visitare le condizioni del quartiere.



Quel quartiere che da giorni vive nella guerriglia, scintille di violenza pronte ad esplodere. Il sindaco Marino invece, dal Campidoglio, condanna i violenti e «l'ignobile caccia all'immigrato». E il presidente del consiglio comunale Coratti convoca una seduta sull'emergenza. Intanto ieri è andata in scena l'ennesima notte da far west nella periferia romana.

Con sassi e bombe carta alla volta del centro per i rifugiati di via Morandi. Scontri con le forze dell'ordine e feriti.











Un bollettino di guerra, riportato dalla Questura, che parla di lanci di oggetti contundenti anche dalle case, cassonetti date alle fiamme per bloccare il passaggio, 14 agenti con varie contusioni e lesioni e un operatore di una troupe televisiva della Rai, colpito alla testa da un sasso e trasportato al Pertini con una prognosi di 8 giorni.



L'assalto è partito con un gruppo di 70-80 residenti alle due auto di vigilanza al centro di permanenza. Qualcuno a volto coperto, qualcuno con spranghe e bastoni. È questa ormai l'immagine dell'esasperazione delle periferie romane, solo nel VI municipio sono 7 i centri di prima accoglienza. Su cui incalza e trova terreno fertile Matteo Salvini: «Tor Sapienza rappresenta il fallimento dello Stato, frutto della politica folle. Ogni violenza va sempre condannata ma l'immigrazione incontrollata e il razzismo nei confronti degli italiani, che non hanno alberghi pagati, rischia di alimentare reazioni sbagliate. Andrò lì di persona, in molti chiedono la mia presenza e quella della Lega».



Di tutt'altro avviso il sindaco Marino che ieri ha incontrato i cittadini promettendo lo spostamento dei centri accoglienza: «Roma rifiuta l'ignobile caccia all'immigrato e non accetta che l'incolumità dei cittadini venga messa a repentaglio da un manipolo di estremisti violenti, che sfogano il proprio fanatismo lanciando blocchetti di marmo, pietre e bottiglie. Gesti inaccettabili. Ho chiamato il Questore per esprimere solidarietà agli agenti rimasti feriti». Sulla questione è intervenuta anche la Caritas ricordando che «il 30 ottobre del 2007 veniva barbaramente assassinata Giovanna Reggiani, a distanza di sette anni nulla sembra esser cambiato».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 13 Novembre 2014, 09:02
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