Occupazioni a Roma, i presidi: "Noi abbandonati".
Una bidella del Newton finisce all'ospedale

Occupazioni a Roma, i presidi: "Noi abbandonati". ​Una bidella del Newton finisce all'ospedale

di Lorena Loiacono
«Le istituzioni ci hanno abbandonato». I presidi di Roma lanciano l'appello contro le occupazioni e chiamano a raccolta le famiglie. Una volta la mobilitazione studentesca si metteva ai voti, in assemblea, ma oggi non è più così. Almeno non sempre.





E' accaduto al liceo Amaldi di Torrenova dove giovedì sera il preside Fabio Cannatà lanciava l'allarme per il quinto tentativo di occupazione negli ultimi dieci giorni. Un gruppetto di studenti che, di notte, smobilitava vigilantes e carabinieri e il dirigente che chiedeva un atto di responsabilità alle famiglie, rimaste a casa. Era accaduto qualche giorno prima anche al Giulio Cesare dove, con un blitz notturno, poche decine di ragazzi avevano occupato l'edificio di Corso Trieste per due notti, contro il parere di buona parte della scuola e della preside Micaela Ricciardi che, scrivendo ai genitori, reclamava il diritto allo studio dei tanti studenti contrari all'occupazione.



Poi c'è il caso del liceo Newton, dove venerdì addirittura è rimasta ferita una bidella che, cercando di fermare l'avanzata degli occupanti al portone, è caduta a terra ed è stata trasportata in ospedale in ambulanza. Tanta paura e una situazione che sembra poter degenerare: «Si tratta di pochi occupanti che tengono in ostaggio intere scuole – così commenta Mario Rusconi, presidente dell'associazione dei presidi di Roma – fuori c'è il silenzio assordante: nessuno interviene, né le forze dell'ordine per riportare la legalità su un gesto illegale né il ministero, i genitori o i sindacati. Siamo soli in balia di minoranze che portano avanti un rito, quello dell'occupazione, ormai stanco e inadeguato».



Intanto venerdì scorso è stato preso anche il liceo Righi, la scuola ha avvisato i genitori che non sussistevano “le condizioni minime di sicurezza” e per portare via i minorenni.

Ma le proteste vanno avanti, almeno per altre due settimane fino al corteo del 12 dicembre. Giovedì in piazza anche i presidi: al Miur in migliaia da tutta Italia per la riduzione di stipendio.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 1 Dicembre 2014, 15:09
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