Rifiuti, Muraro: “Sì alla discarica, no agli inceneritori. Sbagliato chiudere Malagrotta”

Rifiuti, Muraro: “Sì alla discarica, no agli inceneritori. Sbagliato chiudere Malagrotta”

di Paola Lo Mele
No ad un nuovo inceneritore. L’assessore all’Ambiente di Roma Paola Muraro, lo ribadisce chiaro e tondo in occasione del Forum CompraVerde al Salone delle Fontane Eur. Ma nella stesa occasione ammette che per «per la chiusura del ciclo dei rifiuti serve un’ulteriore discarica. Per capire dove deve essere collocata, però, dobbiamo capire la volumetria. Non si può indicare l’area se non si ha la volumetria, non è corretto dal punto di vista tecnico».

Insomma, ad oggi, non c’è ancora un sito, ma solo l’attestazione di una necessità. E del perenne affanno nel gestire i rifiuti della Capitale. «Abbiamo un problema di smaltimento e raccolta rifiuti - ammette la responsabile dell’Ambiente della giunta Raggi -. Stiamo affrontando le conseguenze di una scelta miope dovuta alla chiusura di Malagrotta». Queste ultime parole le attirano nuove polemiche da parte dell’opposizione. «Miope chiudere Malagrotta? E quindi per l’assessore Muraro dovremmo ancora affidare i rifiuti di Roma alla discarica più grande d’Europa», attacca la deputata dem Stella Bianchi. «Vuole riaprire Malagrotta?», si domanda Stefano Pedica (Pd).

«Vorremmo sapere cosa pensano i cittadini della Valle Galeria nel leggere le dichiarazioni dell’assessore. - rincara il consigliere regionale FdI Fabrizio Santori - Preoccupa poi lo spazio lasciato aperto all’eventualità di una nuova discarica che però non si assume l’onere di indicare». Fa sentire la sua voce pure il segretario romano di Sel Paolo Cento secondo cui «chiudere la discarica di Malagrotta è stata una delle poche scelte giuste del passato e sarebbe incomprensibile tornare indietro».

Muraro precisa le sue esternazioni a stretto giro: «Non ho alcuna intenzione di riaprire Malagrotta. Il problema è che l’hanno chiusa senza aver creato un’alternativa. Così nel 2013 ci siamo trovati di fronte a un cambiamento senza che prima si fosse guardato oltre. È oggi il problema è nostro». L’assessore, quindi, si definisce «un tecnico prestato non alla politica, ma al M5s, che sono i cittadini di Roma» e punta i riflettori sul «problema della raccolta che è dovuto a quegli appalti affidati sempre alle solite cooperative, non è cambiato nulla dopo Mafia Capitale. È lì che bisogna intervenire». Intanto per la carica di amministratore unico di Ama la palla passa a Colomban: la Muraro era arrivata a una short list di due nomi, ora il nuovo assessore alle Partecipate allarga la lista dei pretententi.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 14 Ottobre 2016, 09:15