La baby gang del 1998 terrorizzava Testaccio
tra rapine e pestaggi: quattro arresti

La baby gang del 1998 terrorizzava Testaccio ​tra rapine e pestaggi: quattro arresti

di Angela Camuso
Una gang di ragazzini di 14, 15, 16 anni. Quattro che facevano i capi e altri 8 i gregari. Abitavano tutti a Testaccio e qualcuno di loro è un discendente di malavitosi storici romani legati alla banda della Magliana che ai tempi d'oro, proprio in questo quartiere, aveva istituito il suo quartier generale.





C'è chi ha il padre che fa il bandito. Qualcun altro la madre - e qualcuno il fratello, transessuale - che batte il marciapiede. Altri sono stati abbandonati dai genitori. Terrorizzavano i coetanei e anche giovani adulti armati di coltello e noccoliera scorazzando per il rione la sera. Da via Bodoni a piazza Santa Maria Liberatrice a via Galvani. Si riunivano in una pizzeria e una sera hanno fatto pure un'imboscata a un barista che aveva capito di che pasta erano fatti i suoi giovanissimi clienti e li aveva allontanati, per per ritrovarsi accerchiato, picchiato a sangue e minacciato di morte se avesse raccontato qualcosa ai carabinieri. Per ora sono 9 i colpi attribuiti alla banda.



I carabinieri della stazione Roma Aventino l'hanno sgominata con un'indagine lampo di tre mesi facendo sì che ieri, su ordinanza del gip del tribunale dei minorenni, i quattro capi siano finiti in carcere. Per la sorte degli altri otto si attende l'esito di alcune attività investigative in corso. Le indagini sono iniziate dopo una rapina avvenuta proprio a Testaccio, ai danni di 2 ventenni universitari: avevano appena prelevato del contante dal bancomat ed erano duretti nei locali della movida tra via Galvani e via di Monte Testaccio.



È stato grazie ad alcuni elementi forniti dalle vittime che i militari hanno potuto identificare i componenti della gang, alcuni già noti nel quartiere per bravate e per la provenienza da famiglie problematiche. Fondamentale è stato il monitoraggio dei profili dei sospettati sui social network. Così i militari hanno scoperto che la banda aveva anche una sorta di codici distintivi di appartenenza: tatuaggi di un certo tipo ed in particolare la cifra “1998”, anno di nascita di molti dei componenti. Secondo i militari il gruppo aveva intenzione di seminare il terrore nel quartiere e di ottenere un vero e proprio controllo del territorio. Infatti i baby rapinatori, con disinvoltura, agivano a volto scoperto: dopo gli assalti malmenavano, anche brutalmente, le loro vittime, anche se queste non avevano reagito. Schiaffi, pugni, bottigliate in testa. A un certo punto la banda ha capito di essere stata scoperta dai carabinieri e allora ha cambiato zona, spostandosi a Ponte Milvio.
Ultimo aggiornamento: Martedì 28 Luglio 2015, 08:27
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