La baby gang del 1998 terrorizzava Testaccio
tra rapine e pestaggi: quattro arresti
di Angela Camuso
C'è chi ha il padre che fa il bandito. Qualcun altro la madre - e qualcuno il fratello, transessuale - che batte il marciapiede. Altri sono stati abbandonati dai genitori. Terrorizzavano i coetanei e anche giovani adulti armati di coltello e noccoliera scorazzando per il rione la sera. Da via Bodoni a piazza Santa Maria Liberatrice a via Galvani. Si riunivano in una pizzeria e una sera hanno fatto pure un'imboscata a un barista che aveva capito di che pasta erano fatti i suoi giovanissimi clienti e li aveva allontanati, per per ritrovarsi accerchiato, picchiato a sangue e minacciato di morte se avesse raccontato qualcosa ai carabinieri. Per ora sono 9 i colpi attribuiti alla banda.
I carabinieri della stazione Roma Aventino l'hanno sgominata con un'indagine lampo di tre mesi facendo sì che ieri, su ordinanza del gip del tribunale dei minorenni, i quattro capi siano finiti in carcere. Per la sorte degli altri otto si attende l'esito di alcune attività investigative in corso. Le indagini sono iniziate dopo una rapina avvenuta proprio a Testaccio, ai danni di 2 ventenni universitari: avevano appena prelevato del contante dal bancomat ed erano duretti nei locali della movida tra via Galvani e via di Monte Testaccio.
È stato grazie ad alcuni elementi forniti dalle vittime che i militari hanno potuto identificare i componenti della gang, alcuni già noti nel quartiere per bravate e per la provenienza da famiglie problematiche. Fondamentale è stato il monitoraggio dei profili dei sospettati sui social network. Così i militari hanno scoperto che la banda aveva anche una sorta di codici distintivi di appartenenza: tatuaggi di un certo tipo ed in particolare la cifra “1998”, anno di nascita di molti dei componenti. Secondo i militari il gruppo aveva intenzione di seminare il terrore nel quartiere e di ottenere un vero e proprio controllo del territorio. Infatti i baby rapinatori, con disinvoltura, agivano a volto scoperto: dopo gli assalti malmenavano, anche brutalmente, le loro vittime, anche se queste non avevano reagito. Schiaffi, pugni, bottigliate in testa. A un certo punto la banda ha capito di essere stata scoperta dai carabinieri e allora ha cambiato zona, spostandosi a Ponte Milvio.
Ultimo aggiornamento: Martedì 28 Luglio 2015, 08:27
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