Comuni attaccano il governo per la manovra.
"Città a rischio dissesto". Renzi: local tax

I Comuni contro il Governo per la manovra stangata. "Città a rischio dissesto". E Renzi propone la local tax

di Alessandra Severini
ROMA - Il premier Renzi promette un’unica tassa comunale, che prenda il posto della miriade di tributi e balzelli locali. Ma intanto dice chiaramente ai sindaci che non verranno ridotti i tagli previsti dalla legge di Stabilità a carico dei Comuni, pari a 1,2 miliardi di euro.





L’incontro tra Anci ed esecutivo non è servito ad avvicinare le posizioni. Il numero uno dell’Anci, Piero Fassino, lamenta che i tagli imposti dal governo non sono di 1,2 miliardi, ma arrivano a 3,5. Il premier invece nega e non lascia spazio a trattative, poiché ritiene il contributo chiesto ai Comuni «proporzionale e sopportabile». Sulla cosiddetta local tax l’obiettivo del governo è fare intanto un primo passo nel 2015, unificando Imu e Tasi. Tale soluzione potrebbe anche essere già inserita nella legge di stabilità durante la discussione in aula.



Intanto da Bruxelles arriva l’avvertimento del commissario agli Affari economici Katainen: «Il fatto che non abbia riscontrato serie deviazioni dalle regole del Patto, non significa che i piani lo rispettano appieno, non pregiudica la nostra analisi finale e non esclude che la Commissione possa adottare procedure nell’ambito del Patto». Nuovi richiami all’Italia sulla legge di stabilità potrebbero dunque arrivare a metà novembre e resta attuale il rischio di una procedura d’infrazione per squilibri eccessivi causati dal debito elevato. Anche perché, ricorda Katainen, «l’Italia sta facendo cambiamenti importanti, ma bisogna vedere se saranno attuati».



Sulla legge di stabilità però pesano anche le forti critiche delle opposizioni che si preparano alla battaglia d’aula. Il governo non intende modificare i pilastri fondamentali né i saldi, ma anche nel Pd le richieste di cambiamento sono molte. L’iter parlamentare dovrebbe iniziare la prossima settimana. Qualcosa potrebbe cambiare per quel che riguarda la tassazione su Tfr e Fondi pensione, mentre le associazioni dei malati chiedono di salvaguardare il Fondo per la non autosufficienza, che ha subito un taglio di 100 milioni.



Intanto è giallo sul rifinanziamento del Ponte sullo stretto di Messina. Alcuni deputati di Sel denunciano che nel Def sono state nuovamente attribuite alla Società Ponte Stretto risorse per 1,3 miliardi, già cancellate dal Cipe. «Come con Berlusconi tornano i finanziamenti», attaccano i deputati di Sinistra Ecologia e Libertà che chiedono al ministro dei Trasporti Lupi di correggere immediatamente il testo. Anche le associazioni ambientaliste alzano la voce e il Codacons minaccia un esposto alla Corte dei Conti. Solo dopo ore arriva il chiarimento richiesto. Il ministero nega il rifinanziamento. La tabella incriminata, spiega, semplicemente non risulta aggiornata e, a dimostrazione di questo, sottolinea che, nella parte del Def dedicata allo stato di avanzamento di tutte le grandi infrastrutture strategiche, alla voce Ponte Stretto non figura alcun importo.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 30 Ottobre 2014, 09:59
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