Milano, nozze gay. Il sindaco Pisapia annuncia:
"Ho trascritto 7 matrimoni celebrati all'estero"

Milano, nozze gay. Il sindaco Pisapia annuncia: "Ho trascritto 7 matrimoni celebrati all'estero"

di Simona Romanò
Palazzo Marino apre alle nozze fra omosessuali, scatenando l’insurrezione del centrodestra e il mal di pancia dell’area cattolica del Pd.

«A Milano abbiamo trascritto 7 matrimoni fra persone dello stesso sesso che si sono celebrati all'estero - ha annunciato ieri sera, su facebook, il sindaco Giuliano Pisapia - Si tratta di un atto nel pieno rispetto della legge che prevede questo obbligo quando si tratta di matrimoni celebrati legittimamente secondo le norme del Paese in cui si sono svolti».





Per il primo cittadino arancione è «un ulteriore passo in avanti come Milano città dei diritti». La decisione arriva nel clou della polemica, dopo la circolare del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, con la quale chiede ai prefetti d’invitare formalmente i sindaci a cancellare le trascrizioni. Ma il caso all’ombra della Madonnina era già montato da tempo, ovvero da quando 12 coppie gay si era presentata all’ufficio anagrafe di via Larga con in mano i documenti delle nozze. Si erano rivolte direttamente a Pisapia, chiedendogli «un gesto simbolico»: «Sappiamo che non apre a doveri e diritti che competono a una legge nazionale - spiegano Andrea e Luca, coniugi per lo Stato di New York - ma è un messaggio forte».



E Pisapia, dopo la mozione di lunedì approvata in Consiglio per chiedergli di procedere con le trascrizioni, ha raccolto l’invito. Scoppia però una bufera politica. Perplessità anche all’interno della stessa maggioranza: «Spero che la scelta di Pisapia sia stata ponderata - dichiara infatti Andrea Fanzago (Pd) - perché lo scontro istituzionale fra sindaco e prefetto non è la soluzione del problema riguardante il riconoscimento delle unioni fra omosessuali, che spetta al Parlamento, il quale deve approvare una legge nazionale». In rivolta il centrodestra. «Ho avvisato il prefetto che procederò immediatamente con il ricorso, perché non si tratta di idee diverse, ma di legge», annuncia Riccardo De Corato (FdI).
Ultimo aggiornamento: Venerdì 10 Ottobre 2014, 09:40
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