Lombardia, il referendum per l'autonomia
passa grazie al M5S: Maroni gongola

Lombardia, il referendum per l'autonomia ​passa grazie al M5S: Maroni gongola

di Alessandro Franzi
«Volete voi che la Regione Lombardia, nel quadro dell'unità nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l'attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all'articolo 116, terzo comma, della Costituzione?».





Su questo quesito, i lombardi saranno chiamati a esprimersi entro la fine dell'anno. La proposta di referendum consultivo per ottenere dallo Stato maggiori competenze, ispirata dalla Lega e sostenuta dal centrodestra, è stata dapprovata ieri sera anche grazie ai voti del Movimento 5 Stelle, che hanno garantito i due terzi dei voti dell'Aula, indispensabili per dare il via libera al provvedimento e hanno anche fatto approvare una legge che impone che i referendum si tengano d'ora in avanti con il voto elettronico.



Sfumato un accordo in extremis con il centrosinistra: il Pd in serata si era detto disposto a valutare una posizione di apertura, se il governatore Roberto Maroni avesse deciso di sospendere l'approvazione del referendum finché non si fosse tentata una trattativa diretta con il Governo Renzi sempre in base all'articolo 116 della Costituzione. «Se la trattativa fallisse, come è probabile, il referendum sarebbe impossibile da convocare a quel punto», ha risposto Maroni direttamente in Aula. Così Pd e Patto Civico hanno confermato voto negativo anche per il costo di 30 milioni della consultazione. Ora a Maroni toccherà di indire il referendum consultivo, ma probabilmente lo convocherà fra ottobre e novembre, subito dopo la conclusione dell'Expo. Esulta il governatore: «Sarà un passaggio storico».



«Vittoria del M5S su tutta la linea – ha detto il consigliere Stefano Buffagni -. Questo dimostra ancora una volta che non siamo quelli del no, ma stiamo lavorando per chiamare i cittadini a partecipare alle scelte della politica». Duro il segretario regionale del Pd, Alessandro Alfieri, secondo il quale «ora la Lega può sventolare la sua bandierina ideologica a spese dei contribuenti lombardi e il Consiglio regionale della Lombardia è condannato all'irrilevanza in nome della propaganda».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 18 Febbraio 2015, 09:26
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