Dal Corvetto a San Siro, ecco le periferie più a rischio dove saranno inviati i militari
di Simona Romanò
Se ne è parlato ieri nel Comitato per l’ordine e la sicurezza in prefettura. Ora però s’attende il vertice di sabato a Palazzo Marino con il ministro degli Interni Angelino Alfano, alla presenza del prefetto Alessandro Marangoni, per definire il numero di militari a Milano, in aggiunta ai 650 già presenti. La mappa dell’insicurezza già c’è. Non resta che «passare dalle parole ai fatti», ha scritto su Fb Sala. In attesa dei blindati, pur non essendoci «un’emergenza conclamata» fra via Padova e piazzale Loreto, teatro sabato scorso dell’agguato che ha portato alla morte un dominicano, «l’attività di prevenzione è stata rinforzata con una maggior presenza delle forze di polizia», precisa Marangoni, annunciando poi che «i militari saranno impiegati in tutte le zone, centrali e periferiche, dove ci sono aggregazioni di persone».
Non solo nelle aree decentrate, ma anche nel cuore della città. Una rivisitazione quindi del progetto Strade Sicure. E mentre Sala ribadisce che «non ci sarà alcuna militarizzazione», tanto osteggiata dalla sinistra più sinistra della sua coalizione, Marangoni anticipa che «i militari saranno destinati anche alle pattuglie miste». Esercito e polizia a perlustrare le strade, sulla scia dell’esperienza fatta in Duomo e corso Vittorio Emanuele. Un cambio di rotta che ha anche un sapore politico. Infatti, il centrodestra si scatena. «I militari, cacciati da Giuliano Pisapia, erano già presenti quando al governo della città c’era il centrodestra», attacca la coordinatrice regionale di Forza Italia Maristella Gelmini, ricordando che gli azzurri saranno in presidio sabato in Loreto per di
Ultimo aggiornamento: Giovedì 17 Novembre 2016, 09:25
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