No Tav, 47 condanne per l'assalto al cantiere.
Proteste e tafferugli dopo la sentenza

No Tav, 47 condanne per l'assalto al cantiere Proteste e tafferugli dopo la sentenza
TORINO - Quarantasette condanne per un totale di circa 140 anni di carcere e sei assoluzioni. Si è chiuso così a Torino il maxi processo ai no tav per gli scontri del 2011 in Valle di Susa. La sentenza è stata letta dal giudice Quinto Bosio nell'aula bunker delle Vallette.



URLA IN AULA Urla «vergogna» si sono sollevate dal pubblico e dagli imputati nell'aula bunker del carcere di Torino al termine della lettura della sentenza con cui il tribunale ha condannato 47 attivisti no Tav per gli scontri dell'estate 2011 in Valsusa. Le urla sono partite quando gli imputati hanno tentato di leggere una dichiarazione e i giudici hanno lasciato l'aula. Pubblico e imputati proseguono a scandire slogan «liberi tutti» e «ora e sempre resistenza».



BLOCCATA STRADA PER TANGENZIALE Quando la corte ha terminato di pronunciare l’elenco delle condanne, è salita la tensione in aula. Alcuni imputati hanno iniziato a leggere un “proclama”, in cui si contesta “lo sfruttamento e la devastazione ambientale compiuta nel nome del Tav”. «Ci sentiamo uniti nella continuità della lotta», hanno dichiarato in coro vari imputati rivolti alla Corte «che aveste voluto seppellire, ma non ci siete riusciti, come sempre la vostra condanna conferma la giustezza della nostra lotta e la volontà di proseguirla». «Resistenza ora e per sempre No Tav» è stato il grido finale, seguito da slogan scanditi anche dal pubblico presente: «Giù le mani dalla Val Susa» e ancora «Tutti liberi». «La lotta di classe vi scalzerà, infami», ha urlato un imputato rivolto ai magistrati che stavano lasciando la maxi aula, sorvegliati dai carabinieri. All’uscita dell’aula bunker un centinaio di manifestanti hanno srotolato uno striscione con la scritta «No Tav» e hanno bloccato le due corsie della strada che porta alla tangenziale di Torino, all’altezza di corso Regina Margherita.



LA DIFESA ANNUNCIA RICORSO «Questo è un processo politico» ha aggiunto un secondo indagato «si condannano le persone per quello che sono, non per quello che hanno fatto». E intanto la difesa annuncia ricorso. «Si tratta di una sentenza pesantissima», ha sostenuto l’avvocato Gianluca Vitale. Cosa aveva chiesto la procura La procura di Torino nelle scorse settimane aveva chiesto 53 condanne per un totale di oltre 190 anni di carcere. Le pene chieste dai sostituti procuratori Emanuela Pedrotta e Nicoletta Quaglino erano comprese tra i sei mesi e i sei anni di carcere. «Non ci occupiamo qui della legittimità o dell’opportunità della Torino-Lione, ma dei disordini intorno al cantiere», aveva affermato il pm Pedrotta, che aveva sostenuto come i partecipanti agli scontri cercassero «sono solo un pretesto per sfogare la rabbia contro il sistema, la Valle di Susa vale come qualsiasi altra cosa».



LEADER NO TAV. Una sentenza che «sa più di vendetta che di giustizia». Sono le prime parole di Alberto Perino, leader storico del movimento No Tav, alla condanna di 47 attivisti No Tav per gli scontri delll'estate 2011 in Valsusa.



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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 28 Gennaio 2015, 07:47
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