Bmw come un proiettile contro i tavolini del bar,
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Bmw come un proiettile contro i tavolini del bar, ​morirono 4 giovani: ecco il video choc

di Pasquale Sorrentino
SASSANO. La polvere si solleva. Riempie lo schermo. Riempie gli occhi rossi già pieni di lacrime. Poi cala, la nuvola di terra scompare. E lascia la morte.



La morte di quattro giovani, poco più che bambini. Perdono la vita Daniele Paciello, 19 anni, Giovanni Femminella, 16, il fratello Nicola, 22 anni, e Luigi Paciello, 15 anni. Dalla polvere esce l'auto schiantata contro il muro, la Bmw guidata da Gianni Paciello. Sono le 16.35 dello scorso 28 settembre, una domenica pomeriggio che rimarrà per sempre nella testa, nei cuori, nell'anima delle famiglie coinvolte, di una comunità intera.









È la strage di Sassano. Gianni Paciello è sotto processo con l'accusa di omicidio colposo plurimo aggravato dal fatto che guidasse ubriaco. Fu arrestato con l'accusa ancor più grave di omicidio volontario, imputazione poi derubricata.

Immediatamente le immagini delle telecamere fisse vengono sequestrate dalle forze dell'ordine. Gli inquirenti vogliono capire come possa essere successo. Vogliono capirlo soprattutto i parenti, gli amici. Il Comune le ha posizionate sulla rotonda che «smista» tutte le vie di Silla. Proprio sul rondò che farà da trampolino di lancio all'auto lanciata a folle velocità da Paciello, giovane barista di Sassano.

Il video, quei fotogrammi di morte scorrono per la prima volta, in modo pubblico, nell'aula di Tribunale di Lagonegro durante la prima udienza della fase dibattimentale del processo. È una udienza pubblica, vengono ascoltati i testi dell'accusa, i carabinieri, i testimoni e poi il consulente del pubblico ministero. In aula ci sono i genitori dei fratelli di Femminella, quelli di Daniele Paciello. E la madre di Gianni e Luigi: il primo guidava, il secondo, in un disegno assurdo e tragico, è morto schiacciato dalle lamiere dell'auto condotta dal fratello maggiore.



Sono quattro le telecamere posizionate sulla rotonda. È un momento da mordersi le labbra per sentire un dolore fisico e fuggire da quello che si può provare dentro. Il cuore batte come se mancasse un battito, e il respiro diventa irregolare. Il consulente carica il video, il televisore del Tribunale è posizionato sulla sinistra dell'aula.



Tutti guardano. Il video parte. A velocità naturale. Nel frattempo però inizia un dialogo tra giudice, consulente e avvocati. Il video però continua inesorabile, nonostante la distrazione di toghe ed esperti. Le parti non se ne rendono conto. Ma gli occhi dei genitori delle vittime e degli amici di quei quattro ragazzi sono fissi sul televisore. La macchia nera spunta all'orizzonte nella telecamera che punta verso Trinità di Sala Consilina, l'auto diventata proiettile è catturata dalla prima telecamera. In lontananza. Poi vola via. La seconda telecamera mostra l'oscillazione della vela del Giro d'Italia posizionata sulla cima della rotonda. L'auto decolla. Poi si schianta. Si alza la polvere. I genitori, coloro che non si sono fatti distrarre dal dialogo, emettono un suono sordo di dolore. Un grido sopito che però perfora i timpani.
Ultimo aggiornamento: Sabato 6 Giugno 2015, 14:03