La beffa: parcheggia e va in ferie.
Poi compaiono i cartelli di rimozione

La beffa: parcheggia e va in ferie. Poi compaiono i cartelli di rimozione
ROVIGO - I cartelli di divieto spuntano con pochissimo preavviso mentre in vacanza e al ritorno si ritrova con la macchina rimossa. Poche spiegazioni su dove fosse finita l'auto e un giorno di lavoro perso.



È quello che è successo al ritorno da qualche giorno di ferie con i genitori a Lisa Zagato, originaria del capoluogo ma che ha trovato occupazione a Firenze, che ha deciso di raccontare com'è andata.



«Il 25 agosto scorso, al rientro da una breve vacanza con i miei genitori, iniziata venerdì 22 alla mattina, non ho più trovato la mia auto nel parcheggio di via Parenzo, di fronte alla palestra di competenza dell'amministrazione provinciale. Era stata rimossa visto che la Provincia aveva deciso di attuare dei non meglio specificati lavori nella struttura. Allo scopo erano stati posti cartelli di inizio lavori, con relativi divieti di sosta e rimozione esponenti la data del 21 agosto».



Secondo gli operai del cantiere, interpellati da Zagato, questi cartelli «erano stati posizionati il 22 perché chi di dovere non li aveva preparati in tempo e agli stessi operai non era rimasto che porli in opera il giorno successivo. Oltre alle ammissioni di questi, gli stessi esercenti delle attività commerciali, dirimpettai del parcheggio, mi confermavano l'esposizione addirittura nel tardo pomeriggio».



Fatto sta che «salvo doti di preveggenza, che sfortunatamente non non posseggo, non ero quindi in grado di spostare la mia vettura». La donna però doveva tornare a Firenze per lavoro e dunque si è messa alla ricerca della sua auto: «I vigili, dopo vari passaggi e cadute di linea, mi lasciavano senza risposte, o meglio, con un grosso dubbio: dov'era finita la mia macchina? Mi dissero di provare al deposito in tangenziale. Vista l'incertezza ho anche pensato che potesse anche essere stata rubata. Poi ho avuto la conferma che fosse dove mi diceva la Polizia locale. Di certo, però, non ero in grado di rientrare in tempo a Firenze.



Oltre il danno la beffa: perdevo una giornata di lavoro e dovevo pagare una multa da 170 euro per divieto di sosta. Viene da pensare che queste cose vengano fatte in agosto, di venerdì pomeriggio e con l'intento che, chi fosse in ferie o fuori per il week-end, finisca a fare la fine del pollo». La conclusione viene da se: «Mi sono sentita presa in giro e ho fatto ricorso».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 8 Settembre 2014, 17:20