Il team è stato costituito da due anestesisti, tre rianimatori e due pneumologi endoscopisti, con un pediatra di supporto per la continuità clinica, più due infermieri di sala operatoria, mentre un medico di Pronto soccorso e un otorinolaringoiatra hanno contribuito a valutare l’intervento.
Giunto al Pronto Soccorso sabato già cianotico, con gravi difficoltà respiratorie per una parziale ostruzione delle vie bronchiali, dopo una lastra al torace è stata preparata la sala operatoria e le diverse competenze cliniche necessarie all’intervento, perché “la gravità della situazione – spiega il direttore della Struttura di Anestesia e Rianimazione, Giorgio Danelli, accorso in ospedale da Parma – non lasciava la scelta di demandare a un centro specialistico pediatrico, il più vicino dei quali è a Bologna. Abbiamo deciso di agire subito, nella consapevolezza di avere le risorse cliniche necessarie”.
Anche per Pierpaolo Salsi, responsabile del reparto di Rianimazione che ha partecipato all’intervento, “l’unica scelta possibile è stata di addormentare il bimbo, pur con un rischio elevatissimo, e di procedere con una manovra endoscopica mai eseguita al Santa Maria Nuova su un paziente di quell’età”.
Con l’intervento sono stati rimossi i residui di cibo nei lobi polmonari inferiori di destra e sinistra riuscendo a superare la criticità. Il bimbo è stato tenuto in Rianimazione per la notte, prima di essere trasferito in Pediatria, ed è stato dimesso
Ultimo aggiornamento: Martedì 22 Novembre 2016, 17:08
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