Il gap col Nord aumenta: al Sud si vive tre anni in meno. Aumenta l'uso di antidepressivi

Il gap col Nord aumenta: al Sud si vive tre anni in meno. Aumenta l'uso di antidepressivi

di Antonio Caperna
In Italia aumenta il divario tra nord e sud, con riflessi pesantissimi per salute e aspettativa di vita. Così gli italiani vivono meno, soprattutto al Meridione, zona dello stivale che dispone di minori risorse economiche oltre ad essere gravata dalla scarsa disponibilità di servizi sanitari e da inefficaci politiche di prevenzione. Risultato: al Sud è molto più alta la mortalità prematura sotto i 70 anni di vita, indicativo secondo l’OMS dell’efficacia dei servizi sanitari.

E’ uno degli aspetti che più fa riflettere del tradizionale Rapporto Osservasalute, un’approfondita analisi dello stato di salute della popolazione e della qualità dell’assistenza sanitaria nelle varie regioni, presentata ieri all’Università Cattolica di Roma. Se nel 2015 in Italia ogni cittadino può sperare di vivere mediamente 82,3 anni (uomini 80,1, donne 84,6), nella Provincia di Trento la sopravvivenza sale a 83,5 anni (uomini 81,2, donne 85,8), mentre un cittadino che risiede in Campania ha un’aspettativa di vita di soli 80,5 anni (uomini 78,3, donne 82,8). Inoltre il Mezzogiorno resta indietro anche sul fronte della riduzione della mortalità.

Negli ultimi 15 anni è diminuita in tutto il Paese, ma tale riduzione, soprattutto per gli uomini, è stata del 27% al Nord, del 22% al Centro e del 20% al Sud e Isole. E ancora, analizzando la mortalità sotto i 70 anni, si osserva che i divari territoriali seguono un trend in crescita. Dal 1995 al 2013, rispetto alla media nazionale, nel Nord la mortalità under 70 è in diminuzione in quasi tutte le regioni (fanno eccezione Trento e Liguria); nelle regioni del Centro si mantiene sotto il valore nazionale con un trend per lo più stazionario (a eccezione del Lazio dove la mortalità è aumentata); nelle regioni del Mezzogiorno il trend è in sensibile aumento, facendo perdere ai cittadini di questa area del Paese i guadagni maturati nell’immediato dopoguerra.

Continua poi a crescere l’uso di antidepressivi in Italia. E aumentano i suicidi (circa 8 ogni 100mila abitanti). Nel 2015 il consumo registrato per questa tipologia di farmaci è stato pari a 39,60 dosi definite giornaliere per mille abitanti al giorno.
Ultimo aggiornamento: Martedì 11 Aprile 2017, 09:11
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