Durante le operazioni di ripristino della funivia, secondo quando appreso, per motivi di sicurezza gli elicotteri non possono sorvolare la zona. «È una operazione delicata - spiega Oscar Taiola, capo del Soccorso alpino di Courmayeur - e occorre procedere con la massima prudenza per evitare pericolosi sbalzi da parte delle cabine».
Le operazioni di soccorso, che ieri sera erano state interrotte per la fitta nebbia, in realtà sono poi riprese durante la notte. Approfittando di una schiarita meteorologica che vi è stata poco dopo mezzanotte, gli uomini del Soccorso alpino italiano hanno calato con le corde dalle cabine al ghiacciaio 29 delle 45 persone ancora bloccate. In alcuni casi, tra cabina e ghiacciaio vi era un dislivello di circa cento metri. Una volta sul ghiacciaio, le persone soccorse sono state accompagnate da alcune squadre dello stesso Soccorso alpino fino al rifugio Torino.
Alcuni psicologi che operano in collaborazione con il Soccorso alpino sono impegnati dal pomeriggio di ieri al rifugio Torino, a 3.375 metri, per dare assistenza ai passeggeri riportati a terra. «Dopo uno choc importante - dice uno degli psicologi - è fondamentale la prima assistenza per superare il panico e il disagio. In alcuni casi, poi, bisognerà pensare a un vero e proprio programma di recupero».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 9 Settembre 2016, 08:58
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