Fatima, la sorella Marianna: "Maria Giulia era malata, credo sia morta in Siria"

Fatima, la sorella Marianna: "Maria Giulia era malata, credo sia morta in Siria"

di Angela Calzoni
Cinque anni e 4 mesi di reclusione. La Corte d’Assise d’Appello ha confermato la condanna, inflitta in primo grado con rito abbreviato, a Marianna Sergio, la sorella di Maria Giulia “Fatima”, la prima foreign fighter italiana, partita da Inzago, alle porte di Milano, per andare a combattere in Siria nelle file dell’Isis. La 29enne, condannata qualche settiamna fa in contumacia a 9 anni, potrebbe però essere morta.

A dirlo è stata la sorella in aula, prima della sentenza. «Non credo che mia sorella sia ancora viva perché era malata», ha spiegato la donna, che ha seguito l’udienza in videoconferenza dal carcere di Rebibbia, dov’è detenuta. Indossava un velo viola e una tunica dello stesso colore e ha preso la parola per proclamarsi innocente. «Sono contro qualsiasi atto di matrice terroristica o politica - ha spiegato - il terrorismo non c’entra con l’Islam. Guardandomi indietro, mi rendo conto di essere stata ingenua. Io e la mia famiglia volevamo solo riunirci pacificamente a Maria Giulia che era in Siria per starle vicino e per completare la nostra fede. Mai avrei pensato che andare in Siria fosse un reato. Oggi non credo che rifarei quello che ho fatto».

La donna è accusata di avere organizzato il viaggio per la Siria suo e dei genitori, per raggiungere Maria Giulia e “combattere” per l’Isis. Il padre Sergio è stato condannato a 4 anni insieme a Fatima nel processo con rito ordinario per la stessa vicenda, mentre la mamma Assunta Buonfiglio è morta in carcere per complicazioni dopo un’operazione. I giudici della Corte d’Assise e d’Appello hanno anche confermato le condanne a 3 anni e 8 mesi e 2 anni e 8 mesi rispettivamente per Arta Kakabuni e Baki Coku, zii di Aldo Kobuzi, il marito albanese di Fatima, partito con lei per la Siria. 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 22 Febbraio 2017, 09:48
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