Un'intera famiglia morta nell'indifferenza
dei vicini: "Ipotesi omicidio-suicidio" -Foto

Un'intera famiglia morta nell'indifferenza dei vicini: orrore a Rimini. "Ipotesi omicidio-suicidio"
L'autopsia, che verrà effettuata domani, potrà chiarire le cause della morte ma non le ragioni di quello che sembra con tutta probabilità un caso di omicidio-suicidio in famiglia. Ciò che colpisce di più, però, è l'indifferenza dei vicini di una famiglia di Misano Adriatico, in provincia di Rimini.



I cadaveri di Adriana Stadie, 44 anni, della figlia Sophie Annette di 16, originarie dell'Argentina, del compagno della donna, Alvaro Cerda, 36, nato a San Agustin in Ecuador, erano in avanzato stato di decomposizione. La loro morte risalirebbe a circa 50 giorni fa. Due le ipotesi investigative, entrambe appunto di omicidio-suicidio: una è che a uccidere le due donne sia stato l'uomo, afflitto da problemi economici, che poi si sarebbe suicidato tagliando i polsi. L'altra è che premeditare il suicidio, proprio e della figlia, sia stata la donna, già in cura al servizio di igiene mentale. Quando l'uomo le ha trovate morte avrebbe preferito farla finita.



L'ultima volta che i tre sono stati visti a Misano risale al 21 novembre. Il sostituto procuratore Luca Bertuzzi ha aperto un fascicolo per omicidio contro ignoti, ma resta che l'ipotesi più accredita è quella dell'omicidio-suicidio. La causa del decesso dell'uomo è parsa subito evidente ai carabinieri: si sarebbe tagliato le vene seduto sul divano, poi si sarebbe mosso verso l'ingresso della casa cadendo a terra a pochi passi dalla porta. Una lametta era sul divano. Madre e figlia, invece, erano in camera, sul letto matrimoniale, vestite, il lenzuolo alle ginocchia, abbracciate. Tra loro il cane di famiglia, uno Yorkshire. Anche sull'animale un veterinario procederà ad autopsia.



Le due donne non presentavano ferite evidenti, nè vi sarebbe sangue sul letto. Resta quindi da capire se a uccidere le due donne sia stato l'uomo, senza lavoro dalla fine della stagione estiva e afflitto da problemi economici, che poi si sarebbe tagliato i polsi. O se che ad agire sia stata la donna, non nuova ad atti di autolesionismo. Nella disperazione della depressione (in casa c'erano farmaci specifici) potrebbe aver pensato di portare con sè la figlia, avuta da una precedente relazione, somministrandole farmaci.



Dopo averli presi a sua volta, avrebbe ucciso il cane, sistemandolo in fondo al letto dove si sarebbe poi distesa abbracciando la ragazza. Sempre secondo questa ipotesi, quando Cerda le ha trovate morte avrebbe preferito farla finita. Comunque sia andata, si è trattato di un gesto premeditato: il pagamento anticipato di due mesi di affitto, novembre e dicembre, le voci messe in giro di un imminente viaggio in Spagna, l'auto parcheggiata regolarmente ma lontano da casa.











Tutto doveva far supporre che la famiglia felice, così come si mostrava sui profili Facebook dei tre, fosse in vacanza. Per non farsi cercare, per non destare sospetti. Del resto, parenti in Italia non risultano, e il padre di lei dall'Argentina ha detto ai carabinieri che non parlava con la figlia a causa di un vecchio litigio. Ma per l'insistenza di una compagna di scuola della 16enne, figlia di un carabiniere di Misano, che non riusciva a rintracciare l'amica, i militari sono andati a bussare alla villetta, dopo che qualche giorno prima c'erano andati anche i vigili urbani, sollecitati dal preside della scuola che frequentava la ragazzina. Proprio dalla scuola era infatti stata inviata una lettera alla famiglia. Lettera che i carabinieri hanno trovato ancora chiusa perchè arrivata quando era già tutti morti. La Procura ora ascolterà quelli che conoscevano la famiglia e che hanno potuto vederla nei giorni precedenti la scomparsa, compreso il preside.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 15 Gennaio 2015, 12:52
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