Concordia, il pm: "Schettino non si bagnò
neanche le scarpe", e spunta il video choc

Concordia, il pm: "Schettino non si bagnò nemmeno le scarpe", e in aula spunta il video choc
«Schettino e i suoi ufficiali dovevano rimanere sulla Costa Concordia finché l'ultimo dei passeggeri non fosse sceso. Invece decise di 'avvantaggiarsi' e va via con alcuni ufficiali dal lato da dove sembrava più facile scappare dalla nave»: così il pm Alessandro Leopizzi ha rimarcato che Schettino avrebbe dovuto rimanere a bordo e scendere da ultimo.







«Aveva l'obbligo di scendere dalla nave per ultimo», ha aggiunto, invece «scese senza nemmeno bagnarsi la suola delle scarpe quando alcuni passeggeri, nel punto dove era lui al ponte 3, stettero con l'acqua al petto circa mezz'ora in più». Il pm ha collocato l'abbandono della nave da parte di Schettino tra mezzanotte e 15 e mezzanotte e 20. «Ma un orologio di uno di quei passeggeri si fermò a mezzanotte e 30» perché il passeggero aveva l'acqua al petto. «Un momento eccezionale», ha commentato il pm: «Schettino era andato via mentre la gente aspettava una scialuppa immersa in acqua e con il rischio di venire schiacciati dalla nave che stava per ribaltarsi» di fianco. Una registrazione della 'scatola nera' risalente alle 23.18 (l'impatto c'era stato alle 21.45 del 13 gennaio 2012) evidenziata dal pm fissa a questa ora il momento in cui Schettino lascia la plancia di comando con i suoi ufficiali e gli ospiti. Dice l'imputato: «Andiamo sul ponte esterno». Un ufficiale rimarca: «Abbandoniamo la nave». E Schettino puntualizza: «Non ho detto abbandonare la nave...», frase che il pm Leopizzi ha voluto sottolineare.



I fatti sono provati non tanto da «pochissime prove orali» ma da «evidenze oggettive, documentali, non equivoche, prove di incredibile diretta efficacia probatoria. Abbiamo visto il film del naufragio. Come direbbero gli americani, c'è la pistola fumante», prova evidente del reato e «di chi l'ha compiuto». Così il commento finale del pm Alessandro Leopizzi alla fine della parte di requisitoria da lui sostenuta e conclusa con l'ascolto delle note telefonate di Gregorio De Falco a Schettino per invitarlo a risalire a bordo perché controllasse quante persone fossero rimaste sulla nave e le soccorresse.



Commozione in aula, quando nella requisitoria il pm Stefano Pizza ha mostrato sul monitor le immagini finora inedite del ritrovamento del corpo della bambina Dayana Arlotti, 5 anni, dentro la Costa Concordia. Nella ripresa video sott'acqua un fascio di luce delle torce dei sub dei vigili del fuoco illumina a un certo punto il buio tra l'internet Cafè della nave e un vano scale presso la zona ascensori del ponte 4, e si vedono dei piedi. La bambina Dayana è abbracciata dal padre Williams; sotto di loro il cadavere di un'altra vittima, Giovanni Masia. Tutti i corpi furono spinti dalla corrente e furono trovati appoggiati a una parete. Le immagini, inedite, sono state mostrate a lungo dal pm finché il presidente Giovanni Puliatti ha detto di interrompere: «Va bene, così». Osservando le immagini, lo stesso pm Pizza ha rallentato l'esposizione per la commozione. Anche Francesco Schettino ha smesso di consultare il pc e ha osservato con attenzione il video.



Intanto saranno formulate nell'udienza di lunedi' 26 gennaio le richieste della procura nei confronti di Francesco Schettino, unico imputato nel processo per il naufragio della Costa Concordia.
La requisitoria dei pm non si è infatti conclusa stasera e proseguirà lunedì per finire, prevedibilmente in mattinata, con le richieste della procura. I giudici si sono poi ritirati in camera di consiglio per fissare il nuovo programma delle udienze del processo che sta andando verso la conclusione. Stabilito che lunedì prossimo i pm concluderanno la requisitoria con le richieste, subito dopo attaccheranno a parlare 35 avvocati di parte civile che si sono iscritti. I loro interventi, più quello del responsabile civile Costa Crociere spa, proseguiranno per tutta la settimana dal 26 al 31 gennaio. La difesa di Schettino invece si è presa almeno due giorni per l'arringa pro-imputato e il collegio ha fissato questo momento al 5-6 febbraio. Il 9 febbraio, poi, toccherà alle repliche a cui potrebbe non bastare una sola udienza. Anche in base agli impegni del Teatro Moderno di Grosseto, che ospita il processo fin dall'inizio, saranno stabilite altre date, eventualmente per una prosecuzione delle repliche e poi per la camera di consiglio da cui scaturirà la sentenza.

Ultimo aggiornamento: Sabato 24 Gennaio 2015, 09:59