Ascoli, mette un ordigno rudimentale
sotto l'auto della ex. Stalker a giudizio

Disabile-stalker mette una bomba sotto l'auto della ex fidanzata
ASCOLI - Al termine dell’udienza preliminare svoltasi ieri mattina presso il tribunale di Ascoli il Gup, Rita De Angelis, ha rinviato a giudizio T. A., un disabile di Appignano del Tronto, per una serie di presunti reati che vanno dallo stalking nei confronti della sua ex, alla detenzione di modica sostanza stupefacente, al danneggiamento grave.

La prima udienza del processo, che verrà celebrato davanti al giudice Marco Bartoli, si terrà il 10 ottobre prossimo. Presunte vittime della persecuzione dell'uomo furono madre e figlia ora assistite dall’avvocato Mario Ciafrè. T. A. per lunghi anni aveva avuto una relazione sentimentale con S. S.. Ad un certo punto, però, a causa dei difficili rapporti caratteriali, lei decise di troncare il loro rapporto. Decisione, però, che non venne accettata dall'ex partner che si illuse di riuscire a far cambiarle idea mettendo in atto una serie di persecuzioni nei confronti della ragazza.


Quest'ultima lavorava come cuoca presso un ristorante di San Benedetto del Tronto. Una sera, dopo aver parcheggiato l'auto, di proprietà della madre, poco distante dal posto di lavoro, all’improvviso sentì un forte boato. Qualcuno, secondo quanto sostiene l'accusa sarebbe stato T. A., aveva messo una bomba artigianale sotto la Lancia Y facendola saltare in aria. 
Il gesto avrebbe potuto provocare una tragedia. Infatti l'utilitaria montava due bombole di gas. Se l'ordigno fosse stato posizionato nella parte posteriore del mezzo, dove erano posizionate le bombole, si sarebbe avuta una deflagrazione con conseguenze imprevedibili. 


Tra l'altro, ad aggravare la posizione dell’uomo erano anche suoi precedenti di stalking nei confronti della ragazza e di un altro grave episodio in cui con la sua auto, secondo l’accusa avrebbe speronato quella della ex facendola finire in un fossato per fortuna senza che la donna riportasse alcuna conseguenza fisica. Inoltre, la sera del presunto attentato T. A. si sarebbe dovuto trovare a casa in quanto, per gli atti compiti in precedenza si trovava agli arresti domiciliari dovendo scontare una condanna a due anni e mezzo.
Da rilevare infine una serie di indagini compiute dalle forze dell’ordine per verificare la provenienza dell’ordigno rudimentale utilizzato per danneggiare gravemente l’auto di una delle vittime.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 20 Aprile 2016, 11:47
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