Medio Oriente, interviene l'Onu.
Hamas: "Tregua non in agenda"
di Daniele Molteni
Per scongiurare una delle peggiori crisi degli ultimi decenni è sceso in campo anche il segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon che, aprendo una riunione del Consiglio di sicurezza, ha affermato che «è necessario e urgente trovare un terreno comune per un ritorno alla calma e un'intesa per il cessate il fuoco». Ban Ki-moon ha poi fornito un bilancio aggiornato del conflitto: 550 razzi e missili dalla Striscia di Gaza contro Israele e 500 raid dello Stato ebraico sull'enclave. Almeno 88 palestinesi sono morti, in maggioranza civili, e 339 feriti, con circa 150 abitazioni distrutte o gravemente danneggiate e quasi 900 persone sfollate.
Tutte le parti devono rispettare il diritto internazionale, ha sottolineato Ban, compresi i gruppi armati palestinesi. «Israele ha legittime preoccupazioni di sicurezza ma io sono preoccupato anche dei molti morti e feriti palestinesi come risultato delle operazioni israeliane», ha affermato il segretario generale, ricordando che «ancora una volta sono i civili a pagare il prezzo per il conflitto in corso», ed è la «sicurezza e benessere» di «tutti i civili, a prescindere di dove si trovino» che rappresenta «la mia preoccupazione primaria». Infine la condanna per «l'eccessivo uso della forza da parte di Israele , una cosa intollerabile». «La tregua? Non è in agenda», dice Netanyahu, il premier d'Israele.
Intanto, mercoledì sera a Gaza, secondo fonti locali, nove persone sarebbero morte colpite da un razzo mentre seguivano in tv la semifinale dei Mondiali di calcio tra Argentina e Olanda.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 11 Luglio 2014, 09:52
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