Mettono una lettera in una bottiglia e la gettano
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Mettono una lettera in una bottiglia e la gettano in mare, dopo 40 anni arriva la risposta

di Sabrina Quartieri
Era il 1975 quando due amiche decisero di scrivere una lettera e di chiuderla in una bottiglia di vino, che avrebbero gettato di lì a poco nell’Oceano Pacifico. Alcune settimane fa, dopo ben quarant’anni, è arriva la risposta.



L’Huffington Post racconta che Susan Cordell e Amy Beth Heinkel, due amiche di Port Townsend, una città americana dello Stato di Washington, erano due liceali all’epoca. Per questo, in un giorno qualsiasi, mentre si stavano annoiando, decisero di prendere un foglio di carta, e scrivere su quel bigliettino che avrebbe affrontato migliaia di miglia, "se ci trovate, per favore rispondete a 639 Port Townsend Wash 98368”. L’indirizzo era quello di un ristorante del posto.



Incredibile, ma vero, poco più di un mese fa, il 4 aprile scorso, la vecchia bottiglia, ancora intatta, è stata ritrovata da una giovane ragazza sul bagnasciuga di una spiaggia in Alaska. Insieme al suo compagno e grazie alle ricerche sul web, la fortunata coprotagonista della storia, Mikki Stazel, è riuscita a rintracciare una certa Susan Cordell che oggi lavora alle Hawaii e fa la scienziata. Proprio la donna che, su sua ammissione, a metà degli anni Settanta scrisse quella lettera con la sua amica.



In un’intervista rilasciata a Q13 Fox News, Susan avrebbe raccontato che all’epoca si trovava in quella fase dell’adolescenza in cui “ci si vuole sentire parte della grande avventura del mondo. Era estate e siccome ci stavamo annoiando, abbiamo deciso di fare qualcosa di avventuroso. In borsa, la mia compagna di liceo aveva la ricevuta di un ristorante, io solamente un foglio di richiesta di abbonamento a un giornale. Dopo aver scritto la lettera velocemente e trovato una bottiglia, l’abbiamo chiusa dentro e gettata in mare”.



Susan ha ammesso che il fatto ha dell’incredibile: “Sapere che il contenitore di vetro sia arrivato intatto sulla spiaggia dopo tutto questo tempo, da scienziata, mi fa pensare a quanto sia statisticamente improbabile un evento del genere. Eppure, dopo quello che è accaduto, devo ricredermi, perché a quanto pare tutto è possibile”.
Ultimo aggiornamento: Martedì 12 Maggio 2015, 09:04