Arzano, assalto alle case popolari: «Bimbi usati come scudo», così i boss assegnano gli alloggi

Assalto a case popolari: bambini usati come scudo, boss assegnano alloggi

di Leandro Del Gaudio e Marco Di Caterino

Bambini usati come scudo, donne che minacciano di darsi fuoco e clan che sistemano i propri affiliati nelle case del Comune, in perfetto stile balcanico. E la politica che si indigna, che chiede interventi rapidi di fronte a un copione che si ripete in modo elementare sulla pelle di legittimi assegnatari, persone oneste costrette a subire.

Riecco le occupazioni di alloggi popolari, con sei nuclei familiari che prendono possesso di case pubbliche, a dispetto di graduatorie che ormai nessuno rispetta, quasi a farsi beffa di quanto denunciato di recente in un comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, al cospetto del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. È avvenuto tutto in una manciata di minuti, nel corso della notte, quando sei persone hanno preso possesso di alloggi popolari all’interno del rione 167 di Arzano (quello nato prima del terremoto grazie ai fondi di edilizia popolare), nel pieno di una vera e propria faida per il controllo del territorio di due famiglie di camorristi, fino a qualche anno fa consociate all’ombra dei cosiddetti scissionisti di Secondigliano. Chiaro il bilancio dell’intervento dei carabinieri della Tenenza di Arzano: le abitazioni prese di mira, di proprietà dell’Acer (Agenzia campana per l’edilizia residenziale), si trovano in via Cristoforo Colombo, nel rione detto della 167. In sintesi, i denunciati sono due uomini già noti alle forze dell’ordine e 4 donne incensurate tra i 24 e i 38 anni, tutte madri di bimbi piccoli, che sono state mandate in «avanscoperta» secondo quanto previsto da un preciso piano criminale utilizzato per le occupazioni abusive. Succede ad Arzano, ma anche in altri comuni dell’area metropolitana, come nel centro di Napoli (ne abbiamo parlato a proposito della strisciante occupazione di case del Comune partenopeo in via Pizzofalcone) o nella periferia cittadina dove capita che alcuni anziani vengono sfrattati dal giorno alla notte dalle abitazioni in cui vivevano da decenni. 

Ma quanto avvenuto ieri ad Arzano solleva l’indignazione unanime del mondo politico, a partire dall’intervento del consigliere comunale Antonio Bassolino, negli anni dei suoi due mandati di sindaco, prima di diventare governatore campano: «Ad Arzano donne con bambini, mandate dai boss della camorra, vanno ad occupare case popolari della 167. È già successo a Scampia, Secondigliano, Ponticelli, e in altri quartieri.

Ricordo come fosse oggi una delle mie più difficili giornate di sindaco. In collaborazione con la Questura ed utilizzando tutti i mezzi del Comune andammo a Pazzigno, un rione di San Giovanni, a liberare molte case occupate dai clan e diverse donne con bambini in braccio minacciavano di darsi fuoco con la benzina. Riuscimmo a reinsediare i legittimi assegnatari e tra questi una anziana signora sola che accompagnai di persona nella sua casa e che mi diede un lungo abbraccio».

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Dello stesso avviso il deputato della Lega Gianluca Cantalamessa, che parla di «uso aberrante» dei bambini, in una vicenda che ora attende risposte concrete sul piano dell’ordine pubblico. Ma cosa accade ad Arzano? Si indaga su questo scenario: pochi giorni fa, bombe e agguati tra Arzano e Frattaminore, in una strategia di epurazione ordita dal gruppo dei Manfregolo contro i Cristiano. Bombe per rimarcare il possesso del territorio, per allontanare i nemici dalle case pubbliche. Via le famiglie nemici, le case ora le gestiscono i nuovi boss, in un clima di minacce che investono addirittura persone in divisa che in questi giorni stanno provando ad arginare il fenomeno delle occupazioni. 


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 9 Febbraio 2022, 12:59
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